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Carlos Sainz manda un messaggio alla Ferrari e sogna un clamoroso ritorno: “Se chiama dirò sì”

Il pilota spagnolo, in forza alla Williams, non nasconde il desiderio di voler diventare campione del mondo e pure quello di voler tornare un giorno alla Ferrari.
A cura di Alessio Morra
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La Ferrari è il sogno di ogni pilota. Carlos Sainz ha avuto modo di realizzare quel sogno, è stato alla guida della Rossa. Si è tolto grandi soddisfazioni: 4 vittorie, 6 pole position e 25 podi. Poi è stato sostituito da Lewis Hamilton. Lui stesso ha detto che la scelta l'ha compresa, poi ovviamente quando si è trovato in bagarre con l'inglese non ha fatto sconti, forse pure per far capire che quel posto lui se lo sarebbe potuto tenere. E la Ferrari è sempre il suo sogno. Carlos Sainz a Maranello ci tornerebbe di corsa.

"Quando la Ferrari chiama si risponde presente"

Sainz è un pilota solido, affidabile, ancora giovane, ha 30 anni ed ha la possibilità di tornare a guidare per un top team. La Williams in realtà è in crescita, ma per il momento sogni di gloria non ne può fare. Il futuro è aperto a ogni soluzione, pure a un clamoroso ritorno in rosso – cosa molto complicata in realtà, perché la storia parla chiaro, sono pochissimi i piloti che dopo l'addio sono tornati indietro. Ma lui comunque ci spera. In un'intervista rilasciata al ‘Corriere dello Sport' ha detto: "Quando la Ferrari chiama si risponde presente".

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La stoccata alla Ferrari di Sainz

Il messaggio è chiaro. E d'altronde, le vie del signore sono infinite e sconosciute. Quindi chissà cosa accadrà in futuro. Con orgoglio Sainz rimarca i suoi risultati: "Mai avrei creduto di poter battere le Ferrari in Qualifica dopo sei gare e di essere alla pari con loro in gara", il riferimento è al Gp di Miami.

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Il grande sogno di Sainz: il titolo con la Williams

Alla Williams, però, ci crede, è convinto che in futuro potranno arrivare grandi risultati: "Voglio immaginare la rinascita della gloriosa Williams di una volta e spero di essere proprio io il pilota che l’ha riporterà in alto. Oggi nulla mi motiva di più. Diventare campione del mondo è l’unica ragione per cui corro in F1, tra tre o quattro anni si potrebbe".

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