Carlos Sainz e il viaggio in furgone con Leclerc: “Non ci hanno riconosciuto, volevano farci lo sconto”

A Baku Carlos Sainz ha riscattato in un sol colpo le delusioni di una stagione che era stata amarissima. Un podio meritatissimo dallo spagnolo che, dopo aver filosoficamente commentato quel risultato, aveva ricevuto i complimenti del suo amico ed ex compagno Leclerc. Con Leclerc ha vissuto un viaggio tribolato, un viaggio che lo ha portato in Italia, e da lì i due insieme sono arrivati a Monte Carlo. Di quell'eroico viaggio il pilota della Williams ne ha parlato nuovamente, regalando alcune chicche.
Il viaggio di Sainz e Leclerc
Sainz, autore di una gara splendida pure a Singapore, partito dal fondo è riuscito a conquistare un punto, ha rilasciato una lunga intervista a ‘El Partidazo', nella quale ha parlato della sua collezione di Ferrari e nuovamente del viaggio con Leclerc, narrando aneddoti destinati a diventare leggendari.

La tempesta e l'atterraggio a Genova
Una tempesta ha costretto l'aereo a fermarsi a Genova, l'arrivo era previsto a Nizza. Sainz spiega che il pilota avvisa i passeggeri della tempesta in arrivo, Leclerc è cauto, chiede la via più sicura. Lo spagnolo a parole sostiene che lui avrebbe potuto anche sfidare la tempesta. Alla fine prevale la ragione. E in fondo Genova non è lontana da Monte Carlo: "Il mio ex compagno di squadra ha chiesto di atterrare e siamo arrivati così a Genova, era già mezzanotte e abbiamo trovato un solo noleggio ancora aperto, perché in quel momento stava arrivando anche un volo commerciale. Abbiamo chiesto un'auto, ma c'era solo un furgone".
La lunga trattativa per avere una macchina veloce
Sainz e Leclerc sbarcano a Genova e trovano una signora, gentilissima, che però non li riconosce. La donna non capisce le loro intenzioni. I due piloti volevano un bolide, per tornare il prima possibile a casa. La signora però cercava di dare loro sconti importanti e alla fine ha mollato loro un furgone: "Abbiamo parlato con una signora di circa 50 anni che non sapeva chi fossimo. Non capiva che volevamo la macchina il più velocemente possibile, perché volevamo tornare a casa e saremmo arrivati all'una, alle due o alle due e mezza del mattino, quindi non capiva che, se necessario, avremmo pagato per tenere il furgone per tornare a casa il più velocemente possibile".

Chiusa con un furgone: "Ho detto, portatemelo e partiamo"
Il racconto del pilota della Williams continua: "Cercava di farci quanti più sconti possibili, invece di darci la macchina in circa cinque minuti, che è forse il tempo che ci vuole, la povera donna ci ha messo circa 25 minuti per darci la macchina e farci tutti i favori del mondo. All'improvviso, ci ha detto che c'era un'auto elettrica per due persone, ed eravamo in quattro con le valigie, e mi ha detto che era tutto ciò che aveva. Ho detto di no, che ci serviva qualcosa di più grande, e lui ha risposto che aveva solo il furgone. E io ho detto: "Allora portate il furgone, partiamo".