Wandahl non ricorda più nulla dell’incidente al Giro d’Ungheria: “Memoria resettata, vuoto totale”

Sconcerto e paura all'inizio della seconda tappa del Giro d'Ungheria che si è corsa parallelamente alla prima settimana del Giro d'Italia. Nella mattinata di giovedì 15 maggio, a pochi chilometri dopo la partenza si è assistito ad una clamorosa quanto spaventosa caduta collettiva che ha coinvolto oltre trenta ciclisti per un effetto domino devastante. Un incidente quasi contemporaneo a quello avvenuto nella quinta tappa del Giro d'Italia a 70 km dal traguardo di Napoli. Con conseguenze più che serie: sei ciclisti ritirati immediatamente per i traumi riportati tra cui anche Frederik Wandahl della Red Bull-BORA-hansgrohe, che dopo una settimana non ricorda nulla di quanto successo: "Ha subito un duro colpo, la giornata e quella prima sono sparite nella sua testa".
Wandahl il più colpito dalla caduta: "Sangue nel cervello, sottoposto a diverse TAC"
Almeno in sei ciclisti si sono dovuti subito ritirare, tutti trasportati in ospedale per immediati accertamenti. Tra i tanti coinvolti nell'incidente, anche nomi importanti come Owen Geleijn ( Unibet Tietema Rockets ), Urko Berrad (Equipo Kern Pharma), Pablo Torres ( UAE Emirates XRG ) e Sam Welsford (Red Bull-BORA-hansgrohe). Ma chi ha subito la peggio è stato il danese della Bora, Frederik Wandhal che è arrivato in condizioni gravi. Il 24enne della Bora Wandahl ha trascorso quattro giorni in ospedale, sottoposto a diverse TAC alla testa che avevano mostrato la presenza di sangue nel cervello. Alla fine, Wandahl ha potuto quindi essere dimesso dall'ospedale lunedì: "Il colpo è stato così forte che i medici hanno dovuto tenerlo in ospedale fino a quel giorno" racconta il padre. "C'era del sangue nella testa, che dovevano controllare".
La testimonianza del padre di Wandahl: "Non ricorda nulla, non ha più dormito da quel giorno"
Le conseguenze della tremenda botta, però continuano a farsi sentire sul ragazzo: "Stanno ancora eseguendo ulteriori esami per assicurarsi che si stia riprendendo correttamente", ha detto Thomas Wandahl che poi ha rivelato un ulteriore particolare inquietante: "Ha subito un durissimo colpo in testa". Parole che riportano tristemente alla mente le recenti dichiarazioni di Vingegaard sulle commozioni cerebrali e i mancati controlli. "Oggi è semplicemente fortunato che non sia successo altro di grave. Ha avuto una brutta commozione cerebrale e non ha dormito quasi per niente da giovedì scorso ad oggi… Ci prova ma non ricorda nulla dalla mattina della gara. Tutta l'intera giornata è andata resettata nella sua testa: non ricorda nemmeno di avermi parlato al telefono il giorno prima. Ha ancora due occhi spaesati", ha poi concluso. "Sono completamente gonfi, a tal punto che non riesce ancora a leggere i messaggi."
La folle caduta che ha coinvolto tutto il plotone dove c'era anche Wandahl
Le immagini sono a dir poco spaventose con il plotone che senza preavviso si è ritrovato coinvolto in una maxi caduta collettiva che ha spezzato in due il plotone che stava procedendo in un tratto di percorso largo, rettilineo ed asfaltato. Ad innescare un incidente ai limiti dell'imbarazzo, la sbandata improvvisa in testa al plotone, sulla destra quando la ruota anteriore di uno dei battistrada è finita nella ghiaia a bordo corsia. Da quel momento in poi, la sbandata ha via via letteralmente falciato tutti i corridori che seguivano e che hanno occupato l'intera carreggiata, con diversi di loro addirittura volati nei fossi vicini dall'altro lato del rettilineo, tra cui il povero Frederik Wandahl.