Virenque: “Nel Tour del ’98 oltre 100 ciclisti positivi, anche Pantani. Io? No, ma mi incastrarono”

Richard Virenque ha fatto risuonare la propria voce altissima nel giorno di riposo del Tour de France. L'ex stella del ciclismo francese, il cui nome alla Grande Boucle è legato soprattutto per la maglia a pois, del leader degli scalatori che vinse per ben 7 volte, è tornato a parlare di uno dei più grandi scandali del mondo del ciclismo: lo "scandalo Festina" che scoperchiò il dramma del doping e portò all'esclusione dell'ex ciclista che oggi ribadisce la propria verità: "In quel Tour del '98 furono testati 180 ciclisti, più di 100 risultarono positivi, c'era anche Pantani. Io no, ero pulito ma dovetti cedere al ricatto: mi incastrarono per ragioni politiche".
Virenque e lo scandalo doping alla Festina: "Tre volte arrestato, ma ai test ero sempre negativo"
Accuse pesanti, che Virenque ripete sempre nel momento in cui l'argomento ricalca una delle pagine più nere della storia del ciclismo moderno quando a fine anni 90, emerse a livello mondiale lo "scandalo Festina", il Team che venne "bandito" dall'edizione 1998 di cui proprio il francese diventò simbolo e "capro espiatorio". A rivivere quei giorni, Virenque ricorda perfettamente cosa accadde dietro le quinte, parlando in esclusiva a Marca: "Ero il preferito di Chirac, allora presidente francese che mi aveva eletto a suo simbolo. E per colpire lui, colpirono me: venni fermato senza preavviso a Corrèze, il paese di Chirac. È stato simbolico: la polizia mi ha arrestato e mi hanno tenuto in custodia tre volte, 72 ore ogni volta. Sono sempre risultato negativo. Nonostante tutto, mi hanno incastrato".
Cosa accadde al Tour 98, Virenque: "Mi fecero passare come la mente criminale"
Parole durissime, per un periodo cupo fatto di misfatti quasi inenarrabili: "Mi hanno interrogato come se fossi la mente di una rete globale di doping. Dicevano che istigavo i miei compagni di squadra a doparsi. Riuscite a immaginarvelo? Non era così, non poteva anche volendolo… Willy Voet, il massaggiatore della mia squadra Festina, fu arrestato in Belgio con prodotti dopanti e dichiarò che si trattava di un problema di squadra, che stava solo eseguendo degli ordini. Ed è lì che tutto ebbe inizio. Pur sapendo che si trattava di un problema strutturale del ciclismo, concentrarono la loro attenzione su di me".
Virenque fa i nomi: "Nel 2013 vennero resi pubblici i test… tutti dopati: Pantani, Ulrich. Io? No"
L'amarezza e la rabbia non accennano a passare nemmeno dopo quasi trent'anni, e nelle parole e nella mente di Virenque arrivano anche i nomi "pesanti" di quel periodo: "Nel 2013, il Senato francese ha reso pubblici i risultati dei test del Tour de France del 1998. Furono testati 180 ciclisti… Oltre cento risultarono positivi. Io? Non ero tra loro. Ma altri sì… chi? Pantani, Ullrich e molti altri. Eppure, tutta la pressione ricadde su di me, così mi allontanarono dal ciclismo. Mi crocifissero pubblicamente."
Le conseguenze devastanti su Virenque: "Mi distrussero, io squalificato un anno. I dopati per tre mesi…"
Virenque rivive l'incubo che lo condannò e portò alla squalifica, trasformandolo in idolo nazionale a capro espiatorio: "Mi ricattarono per confessare, organizzarono il tutto per distruggermi. Mi dissero che se avessi parlato, se avessi confessato, tutto sarebbe andato meglio e così ho fatto". Purtroppo, però, la storia racconta un epilogo ben differente. "Non sono mai stato condannato, eppure mi hanno sospeso per un anno e mi hanno tolto un Tour de France. Nel frattempo, altri compagni di squadra, risultati positivi al test, hanno ricevuto solo tre mesi, tre di sospensione. Io, che non sono risultato positivo, ho ricevuto un anno intero…"