Vingegaard: “Le proteste ProPal alla Vuelta ci sono per un motivo: quanto sta accadendo è terribile”

La Vuelta ha concluso la sua prima parte di programma e lunedì 8 settembre tira un sospiro di sollievo con la pausa prevista prima dell'ultima settimana, decisiva per la vittoria. Ma anche per riordinare le idee e rifare il punto della situazione su una corsa dilaniata dalle sempre più costanti proteste dei manifestanti filopalestinesi contro la presenza della Israel Premier Tech. Davanti alle quali ha preso parola anche Jonas Vingegaard, leader Visma | Lease a bike e elemento di spicco del gruppo: "Quanto sta accadendo è terribile, è evidente che i manifestanti stiano cercando solo un modo per avere una voce".
Lo sconcerto di Jonas Vingegaard: "C'è solo un motivo: quanto sta accadendo è terribile"
Alla fine anche Jonas Vingegaard ha rotto il silenzio ed espresso la propria opinione sugli attivisti ProPal che hanno creato più che un semplice contrattempo in diverse tappe della Vuelta: agguati, boicottaggi, manifestazioni per interrompere la corsa. Tutto ha condizionato fin qui – e potrebbe ancora farlo nell'ultima settimana – gara e corridori, preoccupati per una situazione spesso fuori controllo. "Per quanto riguarda le proteste e quello che sta succedendo, onestamente penso che queste persone lo facciano per un motivo. Quello che sta succedendo è terribile, e credo che chi protesta voglia avere solamente una voce in capitolo: i media dovrebbero dare loro questo spazio in qualche modo, ed è per questo che lo stanno facendo".
Vingegaard sugli incidenti per gli attivisti: "Un peccato che lo facciano in gara, ma cercano solo visibilità"
Una situazione delicatissima, tanto da richiedere anche la cancellazione – rifiutata categoricamente dall'organizzazione – dell'ultima tappa, con arrivo a Madrid per possibili problemi di ordine pubblico: "Certo, è un peccato che le proteste si stiano verificando qui, durante la gara" il rammarico di Vingegaard. "Credo che tutti noi nel gruppo la pensiamo allo stesso modo, ma penso anche che i manifestanti vogliano disperatamente trovare un modo per farsi sentire".
L'ultimo agguato: attivista esce dai cespugli, per lo spavento i ciclisti cadono a terra
Proprio nella gara di domenica è andato in scena l'ultimo atto con ulteriori momenti di tensione e pericolo per i ciclisti in corsa. Da un gruppo di attivisti è fuggito un manifestante che poi ha sortito un vero e proprio agguato, nascondendosi tra i cespugli: la sua presenza improvvisa a bordo strada ha spaventato i corridori, due dei quali sono finiti a terra per la paura. Ennesimo episodio fuori dal controllo dell'organizzazione e delle autorità, che mina costantemente la Vuelta.
Paura nel gruppo: la Premier Tech cancella il nome Israel ma non si ritira
A nulla è valsa la decisione della Premier Tech di togliere immediatamente – senza attendere come si era annunciato, il 2026 – il nome "Israel" dalle maglie e dai mezzi del Team nel tentativo di placare i manifestanti, dopo aver deciso comunque di non ritirarsi dalla gara malgrado la pressione subita anche all'interno dell'ambiente ciclistico preoccupato sempre più dell'incolumità messa a rischio da parte di tutto i corridori impegnati alla Vuelta.
L'elogio di Netanyahu: "Ottimo lavoro, rendete orgoglioso Israele!"
Nei giorni scorsi, sul fronte degli interventi degli attivisti ProPal alla Vuelta, come atto di protesta per la presenza della Israel Premier Tech – accusata di essere una emanazione politica del Governo di Tel Aviv – era intervenuto anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sui social a sostegno del World Team UCI, elogiandone la proprietà: "Ottimo lavoro a Sylvan e alla squadra ciclistica israeliana per non aver ceduto all'odio e alle intimidazioni. Rendete orgoglioso Israele!"