Van der Poel crolla sull’asfalto al traguardo del Tour de France: “L’abbiamo fatta davvero forte”

Mathieu van der Poel è distrutto dalla fatica, ha appena vinto la seconda tappa del Tour de France ma ha bisogno di qualche minuto per riprendersi dallo sforzo fatto nel finale in cui aveva il fiato sul collo di Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. È seduto sull'asfalto: le braccia dietro la schiena lo sorreggono a stento, ha le gambe divaricate e il capo chino, cerca le residue energie che gli servono per rialzarsi. Non ce la fa e, sia pure per un attimo, si stende sulla strada mentre intorno a lui c'è ressa di media, staff e ciclisti. L'olandese mette le mani sul viso, prende ancora qualche momento di pausa poi dà un colpo di reni e si rialza. È l'immagine più vera, la spiegazione più tangibile di quanto gli sia costato ingaggiare la battaglia con lo sloveno. Vincerla, lo ha letteralmente prosciugato. Lo ha battuto allo sprint e, appena sul traguardo, ha avuto una reazione rabbiosa per il successo mulinando il pugno nell'aria in segno di trionfo ma era completamente esausto. La sequenza video della diretta lo ha sorpreso nel momento più difficile quando, finita l'adrenalina, s'è accorto che le gambe non lo avrebbero retto. E s'è accasciato, confuso e felice.
Olandese disfatto dopo la vittoria: "È stata davvero dura"
È negli ultimi chilometri verso Boulogne-sur-Mer che la corsa s'è spaccata in due. Davanti un gruppo di circa 25 corridori in fuga per conquistare la tappa nonostante le insidie e la pendenza del percorso. Il resto è entrato nel corredo accessorio di un tracciato che esaltato le qualità dei big, i più attesi. E van der Poel ha scelto il momento perfetto per attaccare in testa: con uno sprint lungo e potente è riuscito a tenere dietro di sé il campione del mondo Pogačar, conquistando così la sua seconda vittoria di tappa al Tour e la maglia gialla. Proprio come nel 2021, quando trionfò sul Mûr de Bretagne.
Subito dopo il traguardo l'alfiere dell'Alpecin-Deceuninck ha manifestato tutti i segni della stanchezza: il suo respiro era affannoso mentre giaceva completamente esausto per terra. "Ho dato davvero il massimo – ha spiegato con un filo di voce poco dopo essersi ripreso -. Le salite erano più dure di quanto mi aspettavo. Basta pensare che nella penultima eravamo davanti in sei appena. L'abbiamo fatta davvero forte. Però avevo studiato bene il finale. Sapevo che chiunque fosse arrivato per primo alla curva aveva buone possibilità di vincere. Ho visto una ruota avvicinarsi, ma avevo quel tanto che bastava per tenerla. Erano quattro anni che non vincevo qui… era finalmente ora che arrivasse questo secondo successo".