Luis Herrera, ex stella del ciclismo, crolla: “Per tutti sono il Macellaio di Fusa, mi hanno rovinato”

Il nome di Luis "Lucho" Herrera è entrato negli annali del ciclismo mondiale nel 1987 quando trionfò alla Vuelta spagnola. La stella e campione colombiano è tornato alla ribalta delle cronache lo scorso aprile, suo malgrado, quando è stato coinvolto – e accusato – di essere stato uno dei mandanti della morte di almeno 4 persone in una indagine della polizia in seguito alla quale è stato ripetutamente interrogato dopo che diversi arrestati lo avevano citato con argomentazioni più che circostanziali. Ancora una volta, però, Herrera ha voluto ribadire la sua totale estraneità: "Mi hanno coinvolto per estorsione, non sono io il Macellaio di Fusa".
Herrera coinvolto nell'inchiesta contro un'organizzazione criminale
La figura di Luis Alberto "Lucho" Herrera è ancora al centro di una complessa e dolorosa inchiesta giudiziaria collegato alla scomparsa di almeno quattro persone a Fusagasugá , la sua terra natale, dopo diverse dichiarazioni di ex membri delle Forze di Autodifesa Contadina, un'organizzazione criminale, già condannati. La loro testimonianza davanti alla Procura colombiana aveva infatti indicato Herrera e suo fratello Rafael come coinvolti nella consegna di denaro e informazioni su persone poi uccise e fatte sparire.
Herrera torna a negare ogni coinvolgimento: "Non sono io il Macellaio"
Per Herrera si è aperto così il baratro, che gli sta rovinando la vita: il suo nome, conosciuto da tutti in Colombia per la sua carriera ciclistica, è finito in prima pagina, malgrado le continue e reiterate smentite di coinvolgimento. "Respingo con fermezza le accuse che mirano a infangare il mio nome" ha spiegato ancora una volta agli inquirenti che stanno verificando i collegamenti con altre decine di sparizioni: "Non sono io il Macellaio di Fusa, questo soprannome mi sta rovinando la vita". Herrera era stato fermato con l'accusa di essere uno dei mandanti, fornendo foto e prestandosi a giri di denaro per i pagamenti dei killer: "Sono stato vittima di estorsione" ha ulteriormente ribadito, "ho dovuto pagare io dei soldi per restare fuori dalla situazione, altrimenti mi avrebbero tirato in mezzo".
Le dichiarazioni alla polizia, le contraddizioni di Herrera
Secondo gli arrestati e oggi testimoni ascoltati dalla Procura, si doveva fare tutto ciò che "il signor Lucho avesse bisogno". Anche consegnare le buste con le fotografie delle quattro persone scomparse e un'altra con 40 milioni di pesos colombiani per le quali è stato ascoltato dalla polizia. Herrera ha confermato che fu coinvolto in uno scambio di denaro, non senza alcune contraddizioni: Herrera aveva in un primo momento negato di conoscere le vittime quando invece era stato in contatto con almeno una di loro – trattandosi di vicini contadini – e ha sempre parlato di aver messo in una busta 10 milioni quando invece la cifra reale, confermata dai fatti, era di 40.