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Inizia il sogno di Pogacar, vincere Giro d’Italia e Tour de France come solo i grandi hanno fatto

Solo sette ciclisti nella storia sono riusciti a vincere Giro e Tour nello stesso anno. Ci prova Tadej Pogačar, cercando di entrare nel mito.
A cura di Jvan Sica
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Tanti ciclisti di oggi lo ricordano spesso, sia per le sue vittorie, ma soprattutto per la sua capacità di emozionare a ogni pedalata e anche per le imprese a volte alla Icaro che Marco Pantani ha tentato, a volte riuscendoci, nella sua breve carriera. Oggi parte la 107ª edizione del Giro d’Italia e la domanda fin da subito sarà soltanto una: riuscirà Tadej Pogačar a realizzare quello che per ultimo è riuscito proprio a Marco Pantani, ovvero vincere Giro e Tour nello stesso anno?

I campioni che hanno fatto il bis Giro – Tour

Da Venaria Reale inizia quindi questa grande avventura, che ci terrà compagnia si spera fino al 21 luglio 2024, quando in una Francia già fremente per le Olimpiadi si concluderà il Tour de France. Non solo Marco Pantani nel 1998 è riuscito in quella che è un’impresa a tutti gli effetti, forse ancora di più nel ciclismo attuale. Prima di lui si cono riusciti Stephen Roche, nella clamorosa stagione 1987 nella quale portò in Irlanda Giro, Tour e campionato del mondo. Dopo di lui il grande spagnolo, Miguel Indurain, che dopo aver vinto il Tour de France nel 1991, decise di provare l’accoppiata giallo-rosa e ci riuscì per due anni consecutivi, 1992 e 1993.

Poi è la volta dei due più grandi ciclisti francesi della storia. Il più “antico”, Jacques Anquetil, che fece doppietta nel 1964, prendendo la maglia rosa in una crono di 50 km da Parma a Busseto per non lasciarla più e quella gialla in un’altra cronometro di 42 km da Peyrehorade a Bayonne, portandola fino a Parigi (il secondo di quel Tour fu ovviamente Raymond Poulidor, l’eterno secondo).

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Negli anni ’80 fu la volta di Bernard Hinault con il suo motore senza fine. Per lui doppia coppia nel 1982 e nel 1985, facendo piangere gli italiani per aver superato Saronni, Moser, Visentini e Baronchelli al Giro, mentre al Tour piansero gli angolofoni perché superò nell’ordine Lemond, Roche, l’altro irlandese Kelly e l’australiano Phil Anderson.

Infine i due campionissimi. Fausto Coppi, che negli anni di grazia 1949 e 1952 decise di portare al massimo livello possibile il suo ciclismo meravigliando anche gli stupefatti e un po’ contrariati francesi ed Eddy Merckx, cannibalesco anche in questa classifica perché per lui le accoppiate sono state tre, 1970, 1972 e 1974.

Perché Pogacar può puntare all'accoppiata

Per descrivere quello che vuole tentare Tadej Pogačar a partire dalla tappa di oggi bisogna per forza di cose scomodare più il passato che il futuro, più la storia che la cronaca. Prima di tutto perché i nomi di cui sopra parlano da soli. Si passa dal Cannibale al Pirata, da Miguelón al Tasso come se fossero già leggende passate al mito, messi insieme sembrano personaggi di una favola di Rodari o dei racconti di Calvino più che uomini in carne e ossa.

Volersi inserire in questa lista vuol quindi dire assurgere a un grado mitografico quasi inarrivabile, oltre la storia. Inoltre la sfida dello sloveno si colora di maggiori difficoltà anche pensando al ciclismo attuale. Vero è che dominano sei ciclisti in quasi tutte le corse sia a tappe che di un giorno, al netto di qualche sparigliata varia, ma il livello di preparazione per il singolo evento è così alto e certosino che battere uno di quei sei quando si è preparato al meglio per quel singolo evento diventa, come vediamo sulle strade quasi ogni settimana, al limite del possibile.

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L'ultimo a fare il bis è stato Marco Pantani

Infatti con l’impresa immaginata da Tadej Pogačar siamo proprio da quelle parti, sul limite strettissimo e angusto del possibile. Già il 1998 di Marco Pantani fu qualcosa di sensazionale e immaginifico anche per il più grande sognatore. Il 2024 sognato appunto da Pogačar è un orizzonte fantastico, non tanto perché lo sloveno non sia un ciclista incredibile, capace di vincere ovunque con azioni da film, ma perché tutto il ciclismo contemporaneo è fatto per segmentare le vittorie tra i campionissimi attuali, i quali parcellizzano programmi e sforzi per obiettivi specifici e curati nel minimo dettaglio (con loro anche le squadre sono costruite e preparate per determinati eventi).

Riuscire a essere quasi onnicomprensivi nel ciclismo iperframmentato di oggi sarebbe un evento da non dimenticare più. Tadej Pogačar da oggi ci proverà e gli servirà tutto quello che avevano i grandi che ce l’hanno fatta, dal motore di Hinault alla fantasia di Pantani, passando per la condizione di Roche. Se riuscirà ad essere così tante cose insieme, lo sloveno potrebbe farcela.

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