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Il triennio olimpico del ciclismo su pista inizia oggi: Ganna e compagni a caccia di un sogno

Al via i Mondiali di ciclismo su pista di Roubaix, mecca del ciclismo scelta dopo il forfait di Ashgabat nel Turkmenistan. Saranno Mondiali alla fine di un anno pieno di impegni, che lanceranno gli atleti nel triennio olimpico. Noi schieriamo Ganna e Lamon nell’Inseguimento, Viviani e una squadra femminile con Balsamo, Fidanza, Zanardi e Paternoster che può diventare la guida dell’intero movimento.
A cura di Jvan Sica
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Questo triennio olimpico ci stiamo accorgendo giorno dopo giorno che sarà molto strano, qualcosa che non avevamo mai visto e vissuto in precedenza. Già parlare di triennio dice della sua unicità, avutasi per colpa del Covid. La pandemia ha bloccato per un anno e in qualche disciplina anche per un tempo maggiore i grandi tornei e le manifestazioni internazionali, così da riproporre, una volta che con limitazioni e alcuni spostamenti di sede tutto è ripartito, un calendario fittissimo senza soluzione di continuità. Questa striscia infinita di eventi un po’ spaventa gli atleti e gli addetti ai lavori che hanno continui impegni difficili da gestire per il loro fisico, ma sta esaltando noi italiani perché, quasi senza accorgerci che l’estate della meraviglia sportiva è finita con l’arrivo da calendario dell’autunno, ci sembra ancora viva e pulsante se pensiamo alle vittorie che continuiamo a ottenere in tantissime discipline. Non ci siamo fermati e non vogliamo fermarci nemmeno nello sport che ci ha dato una delle medaglie d’oro più belle di Tokyo 2021, il ciclismo su pista.

Per questa disciplina in pochi mesi ci sono state le Olimpiadi, gli Europei under 23 e gli Europei seniores in cui abbiamo mostrato interessanti prospetti e atleti maturi che non vogliono fermarsi ora che stanno per iniziare i Mondiali di ciclismo su pista, da disputarsi nientemeno che in una mecca del ciclismo, Roubaix. Questi Mondiali erano previsti in una terra desiderosa di crescere da un punto di vista del marketing sportivo e del soft power politico, il Turkmenistan, che avrebbe messo a disposizione il gigantesco Ashgabat Sports Complex Velodrome, capace di ospitare ben 6000 spettatori. Ma sempre per problemi legati alla pandemia, l’UCI a giugno ha deciso di spostare l’evento nella cittadina francese, conosciuta per la corsa più dura e affascinante al mondo, presso il Velodrome Couvert Regional Jean-Stablinski, detto anche “Le Stab”.

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Noi arriviamo con una squadra che da una parte vuole far rendere al meglio i grandi del passato prossimo della specialità e dall’altra far confermare a livello internazionale alcuni giovani da testare per Parigi 2024. Il nostro capitano è Elia Viviani, che vuole lottare con il padrone di casa, Benjamin Thomas, per la conquista della gara più prestigiosa, l’Omnium. Insieme a Simone Consonni ricostituiranno la coppia di Tokyo che abbiamo visto nella Madison, nella speranza di migliorare il decimo posto giapponese. Non sarà di sicuro facile perché le nove coppie che hanno preceduto gli azzurri a Tokyo saranno tutte presenti in Francia.

Dell’Izu Velodrome noi però ricordiamo con affetto e ancora con il batticuore un evento in particolare che resterà scolpito nel nostro immaginario sportivo, ovvero la trenata incredibile di Filippo Ganna che ci ha portato a vincere l’Inseguimento a squadre sulla quasi imbattibile Danimarca. Il duello ci sarà anche a Roubaix, con la nostra squadra che insieme a Ganna ritrova anche Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan, con quest’ultimo che insieme all’oro olimpico ha abbinato anche l’oro europeo nell’Inseguimento individuale di qualche giorno fa.

Sarà quindi sfida ai grandi specialità, ma come lo stesso Ganna ha già accennato pochi giorni fa, anche sfida generazionale all’interno della nostra squadra per quel che riguarda proprio la gara individuale. Da una parte il quattro volte campione del mondo dell’Inseguimento individuale, Filippo Ganna, che vuole arrivare dove nessuno è mai arrivato, vincendo il quinto titolo e dall’altra il nuovo che avanza senza paura, ovvero il classe 2000 Jonathan Milan. Saranno i nostri nuovi Coppi e Bartali?

Tra gli uomini avremo ancora buone chance nella Corsa a eliminazione con Elia Viviani, il più grande specialista al mondo di questa gara, mentre nelle gare di velocità diremo di sicuro poco o nulla, perché i vari Davide Boscaro, Michele Scartezzini e Liam Bertazzo non sono al livello degli atleti di squadre come Olanda, Germania, Russia e Gran Bretagna.

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Tra le donne invece abbiamo una squadra molto giovane, molto forte, che guarda a Parigi 2024 dove può fare davvero sfracelli e diventare la guida del movimento. Per farlo deve iniziare a marchiare questi Mondiali grazie a diverse protagoniste. Dopo le vittorie in fila agli Europei under 23, tutti si aspettano grandi prove da parte di Silvia Zanardi, che parteciperà alla Madison con Chiara Consonni e alla Corsa a punti. Silvia, anche lei classe 2000, è davvero un talento senza limiti, tanto è vero che dopo i tre ori europei su pista di Apeldoorn, ha vinto anche gli Europei su strada corsi in Trentino poche settimane dopo.

Altra campionessa che abbiamo in squadra, ma questa volta del mondo, è Elisa Balsamo, capace di battere le olandesi nelle Fiandre e a questi Mondiali pronta per l’Omnium e l’Inseguimento a squadre insieme a Martina Alzini, Chiara Consonni e Martina Fidanza. Riferimento per questo gruppo, nonostante sia nata il 22 luglio 1999, Letizia Paternoster, che ha vissuto un brutto anno, pieno di acciacchi piccoli e grandi che le hanno fatto disputare un’Olimpiade con uno stato di forma molto rivedibile, ma che in questo ultimo mese sembra aver ritrovato una condizione buona. Anche lei vuole mettere anche la firma sull’estate italiana nell’Inseguimento individuale o nella Corsa a eliminazione. Ricordando che un altro astro del nostro ciclismo femminile, Martina Fidanza, può giocarsi le sue carte nello Scratch, tra le donne abbiamo anche Miriam Vece, che può dire la sua nelle prove veloci.

La squadra c’è, la grande punta, Filippo Ganna, c’è nonostante abbia avuto diversi problemi fisici nell’ultimo periodo e c’è anche il desiderio di far diventare questo triennio olimpico su pista colorato di azzurro. Questi Mondiali, anche se arrivano alla fine di un anno devastante per il dispendio di energie fisiche e nervose necessarie a reggere tutti questi eventi, potranno essere il primo passo. E non dimentichiamo che l’estate in fondo non è ancora finita.

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