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Tour de France 2025

Evenepoel zittisce i critici: “Ho corso il Tour, la gara più dura al mondo, con una costola rotta”

Remco Evenepoel è finito nella spirale delle polemiche dopo il ritiro dal Tour de France, nel corso della 14a tappa, proprio quando iniziavano le prime salite. Alle critiche ha risposto svelando una verità che nessuno conosceva: “Poco prima del Tour mi sono rotto un’altra costola ma non ho voluto rinunciare al sogno. Il giorno del ritiro è stato il più duro della mia carriera ma sono orgoglioso di me stesso: ho dato ciò che avevo”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il ritiro clamoroso al Tour de France di Remco Evenepoel ha sottoposto il campione belga a feroci critiche: è durato "solamente" 14 tappe, scomparendo e poi fermandosi non appena la strada è iniziata a salire. Tutti col dito puntato sul classico "terzo incomodo" nella sfida a due tra Pogacr e Vingegaard, che di fatto ha sempre deluso tranne per qualche momento estemporaneo di gloria. Alla fine, però, di fronte alle accuse Evenepoel ha rotto il silenzio e ha contrattaccato rivelando il vero motivo del suo flop alla Grande Boucle: "Ho corso la gara più dura al mondo con una costola rotta. Ho avuto anche un inizio di infezione, ero svuotato. Ma contrariamente a quanto si racconta, non sono mai stato così orgoglioso di me".

Evenepoel e il flop al Tour: umiliato da Vingegaard, poi il ritiro sui Pirenei

Polemiche, illazioni, critiche: Remco Evenepoel che si stacca in cronoscalata, umiliato dal sorpasso di Vingegaard sul traguardo, poi che perde terreno sulle prime salite pirenaiche fino a fermarsi dietro alla propria ammiraglia e salirci a bordo ufficializzando l'abbandono alla 14a tappa. Il tutto in silenzio, senza mai rilasciare una dichiarazione sull'argomento. Fino a quando il vaso è parso colmo all'orlo e anche il campione belga ha detto basta, raccontando la sua verità: un calvario, iniziato a dicembre con il primo grave infortunio in allenamento, il lento e difficilissimo recupero, fino al nuovo incidente ai Campionati del Belgio dove ha rimediato una nuova frattura alla costola. Non ha detto mai nulla al riguardo, si è presentato comunque al via al Tour che, poi, è finito nella cocente amarezza del ritiro.

Evenepoel: "Il Tour è sempre stato il mio obiettivo, mi ha dato motivazione nei momenti bui"

A raccontare la vera e unica storia che si nascondeva dietro un Evenepoel irriconoscibile è lo stesso campione belga in un lungo post sui social, una lettera a cuore aperto dove ha riassunto gli ultimi terribili 8 mesi di un calvario che si è concluso sulle rampe della 14a tappa del Tour: "Ciò che avrebbe dovuto essere il momento clou della mia stagione si è trasformato in una delusione. Il Tour de France era il mio obiettivo principale. Dopo l'incidente di dicembre, ho fatto tutto con un obiettivo chiaro: essere pronto in tempo per luglio. L'obiettivo mi ha dato concentrazione, ma ha anche creato molta pressione. I mesi invernali, normalmente il periodo per costruire solide basi per la stagione, sono stati occupati dalla riabilitazione e dal recupero. Non avevo altra scelta che essere paziente: dovevo recuperare."

Evenepoel: "Ho continuato a crederci malgrado i problemi, non volevo rinunciare al sogno"

Una determinazione che ha accompagnato Evenepoel anche nei momenti più duri della sua carriera: "Quando finalmente ho potuto allenarmi di nuovo, tutto è improvvisamente andato velocissimo. Era una corsa continua: correre per tornare in tempo per le classiche di aprile, correre per raggiungere l'altitudine in tempo, correre per essere pronto per il Tour. Mi sentivo sempre come se stessi cercando di recuperare. Non mi sentivo mai me stesso durante l'allenamento: le solite emozioni forti non c'erano. Ma ho continuato a crederci. Non volevo rinunciare al sogno. Pensavamo che il riposo durante la riabilitazione mi avesse dato un recupero sufficiente. Ma in realtà, il mio corpo non si era mai veramente riposato. Stava ancora lavorando duramente per riprendersi dalle fratture e dal trauma della caduta".

Evenepoel rivela l'ultimo trauma: "Ho corso con una costola rotta, alla fine il mio corpo mi ha chiesto di smettere"

Al Tour de France però, Evenepeol non ha voluto rinunciare. Malgrado tutto si è presentato regolarmente da capitano della Soudal QuickStep, pronto a dare tutto: "Col senno di poi, non ero sovrallenato, ma ero chiaramente esausto. Ho iniziato il Tour con pochissime energie". E in condizioni fisiche precarie: nessuno lo sapeva, solo i compagni e il Team. Il motivo lo ha voluto ribadire Evenepoel: "Poco prima del Tour, c'è stato un altro incidente . Durante i campionati nazionali, mi sono rotto un'altra costola: così ho iniziato la corsa più dura del mondo con una costola rotta e un corpo stanco. Ma non volevo rinunciare al mio obiettivo, per il quale avevo lottato così duramente. Nonostante tutto, ho dato il massimo. Sono riuscito a vincere una tappa, ho indossato la maglia bianca per diversi giorni e sono arrivato alto in classifica generale" ricorda Evenepoel orgogliosamente. "La prima settimana è andata bene ma nella seconda settimana lo sforzo ha iniziato a farsi sentire. Ho resistito, finché il mio corpo non ha finalmente detto "basta".

Evenepoel: "Ho ceduto solo dopo 12 giorni, complice anche un'infezione "

L'orgoglio del campione torna fortissimo nel post, con Evenepoel che risponde alle critiche rivoltegli: "Sì, è vero dopo dodici giorni, ho ceduto. Tutto quello che mi ero portato dietro per tutto quel tempo mi ha raggiunto. Ma non mi sono arreso. Ho lottato con tutte le mie forze. Ho preso la decisione giusta di scendere dalla bici quando stavano appena iniziando a comparire i primi segni di un'infezione. Quello che era iniziato come un vago fastidio si è trasformato in una grave sinusite nei giorni successivi. Quel giorno è diventato uno dei momenti più crudi e vulnerabili della mia carriera"

L'orgoglio e il messaggio di Evenepoel: "Ci vuole coraggio per fermarsi, lo dico ai giovani: ascoltate il vostro corpo"

Evenepoel non ha rimpianti, né colpe. La reazione è da vero campione su e giù dalla bici: "Sono crollato ma stranamente ne sono orgoglioso: ci vuole forza per dimostrare che le cose non vanno sempre come vuoi. Che, anche quando desideri davvero qualcosa, il tuo corpo a volte ha altri piani. Quel momento, per quanto difficile, mi ha dimostrato che sono umano, con alti e bassi.  Per la prima volta, ho ascoltato veramente il mio corpo. E spero che quel momento trasmetta un messaggio, soprattutto ai giovani ciclisti che guardano: va bene smettere, va bene sentirsi stanchi, va bene essere umani. A volte fare un passo indietro è la cosa più forte che si possa fare. Ora mi sto prendendo del tempo per riposare e riprendermi. Grazie a tutti per il vostro supporto. Significa più di quanto immaginiate"

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