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Consonni-Scartezzini, argento meraviglioso! Italia sul podio ai Mondiali di ciclismo

Una medaglia d’argento conquistata nel duello con l’avversario di sempre, la Danimarca che ha dato filo da torcere alle Olimpiadi e poi ai Mondiali di Ciclismo. A Roubaix l’Italia sale sul secondo gradino del podio nella Madison con la coppia Michele Scartezzini-Simone Consonni. È il nono titolo nel torneo iridato per gli Azzurri.
A cura di Maurizio De Santis
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Una medaglia d'argento conquistata nel duello con l'avversario di sempre, la Danimarca che ha dato filo da torcere alle Olimpiadi e poi ai Mondiali di Ciclismo su pista. A Roubaix, in Francia, l'Italia aggiunge alla bacheca un altro titolo (il nono assoluto nel torneo iridato) che caratterizza lo straordinario momento di forma e successi, un'onda lunga iniziata agli Europei, proseguita ai Giochi in Giappone e tracimata adesso nel trofeo iridato. La coppia Michele ScartezziniSimone Consonni (nella foto della Federazione Ciclistica Italiana) si piazza seconda nella Madison con una velocità media finale di 57.307 km/h e un gap di 4 punti (68 a 64) rispetto agli scandinavi.

Non è una beffa ma un grande risultato. In panchina c'è Elia Viviani, una scelta precisa del ct, Villa, che gli risparmia energie fisiche e mentali perché poco dopo c'è la gara a Eliminazione ed è reduce dallo sforzo incredibile fatto nella rimonta che gli ha portato in dote il bronzo nell'Omnium. Inedito, così viene definito il tandem azzurro mandato in pista per l'occasione ma quando la gara inizia la trance agonistica sfuma ogni dubbio, appiattisce le asperità e i due italiani mostrano un ottimo feeling. Conducono la corsa fino a metà gara, tengono botta nonostante una caduta di Scartezzini e restano in corsa per la medaglia. Orgoglio e talento, tecnica e strategia: c'è tutto nella prestazione suggellata (anche) negli sprint.

Oro sfiorato ma il secondo posto non è affatto deludente. La Danimarca è davvero forte, può contare su dei pezzi da novanta e quando infuria la battaglia Hansen e Morkov fanno valere la differenza di calibro, da campioni del mondo in carica, da detentori della gloria olimpica. E martellano sui pedali risucchiando la coppia italiana all'indietro, strappandole il sogno che forse l'impresa era possibile. Si piazzano al comando e mettono le mani sull'oro. L'Italia resiste, dà tutto fino al termine di una gara percorsa a ritmi molto alti, con cambi di fronte continui, durissima a livello fisico ed emotivo. Il Belgio prova a sfondare, viene rintuzzato. L'Italia scaccia via anche l'ombra di Gran Bretagna e Francia e poi sbuffa e sorride con l'argento al collo.

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