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Un calciatore racconta com’è sopravvissuto a un fulmine in campo: “La catenina con la croce si è sciolta”

Ivan Zaborovsky è sopravvissuto alle gravi ustioni riportate dopo essere stato colpito da un fulmine in campo. Il portiere russo racconta come la catenina con la croce che portava in petto si sia sciolta: “La croce mi ha salvato, ha assorbito il fulmine”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ivan Zaborovsky è il calciatore che visse due volte: nessuno che abbia visto il video qui sotto potrebbe pensare che il portiere russo sia sopravvissuto senza danni permanenti, tornando addirittura ad allenarsi dopo appena 18 giorni. L'incidente accadde il 4 luglio 2020, all'epoca Ivan aveva appena compiuto 16 anni, adesso che ne ha 21 gioca nella terza divisione russa e soprattutto gode di ottima salute. La vicenda è davvero rara e oggi Zaborovsky racconta come la croce che portava in petto, attaccata a una catenina, gli abbia secondo lui salvato la vita, squagliandosi sulla sua pelle e lasciandovi un segno indelebile.

Ivan Zaborovsky colpito da un fulmine in campo: il portiere è sopravvissuto e tornato a giocare

Quel giorno d'estate, durante un allenamento con la squadra Under-17 dell'FC Znamya Truda, club di terza divisione con sede vicino a Mosca, Ivan fu colpito direttamente da un fulmine mentre si stava riscaldando da solo in campo. I suoi compagni di squadra stavano invece esercitandosi vicino alla linea laterale, il che li salvò da conseguenze. Il momento dell'incidente fu ripreso dalle telecamere di sicurezza dello stadio: il fulmine lo colpì al petto mentre calciava il pallone. Il 16enne cadde a terra privo di sensi, con ustioni gravi alle gambe, al torace e alle braccia. Il suo allenatore e i compagni accorsero immediatamente, il tecnico gli praticò la rianimazione cardiopolmonare per diversi minuti, salvandogli la vita fino all'arrivo dei soccorsi medici.

Trasportato d'urgenza in ospedale, Zaborovsky fu posto in coma indotto, dopo aver riportato ustioni di terzo grado e danni cardiaci. Fu sottoposto a operazioni e rimase in terapia intensiva, riprendendosi poi in maniera sorprendente: solo 18 giorni dopo l'incidente, tornò ad allenarsi con la squadra, firmando anche un contratto professionistico col Znamya Truda. Da allora Ivan ha proseguito la carriera, passando nel 2024 al Sakhalin, in terza serie, dove continua a giocare come portiere.

Zaborovsky cosa accadde: "La catenina si è sciolta e la croce è conservata in casa nell'acqua santa"

Oggi Zaborovsky può raccontare come andarono le cose, quasi come se parlasse di un film: "La prima cosa che mi hanno detto è stata: ‘Sei stato colpito da un fulmine'. Ho guardato il mio corpo, era tutto nero, coperto di ustioni. Una di queste era a forma di croce. Ho chiesto: ‘Da dove viene?'. Mi hanno risposto: ‘Un fulmine ha colpito la catenina'. Si è sciolta e la croce è conservata in casa nell'acqua santa".

"La croce mi ha salvato! Ha assorbito il fulmine – è la convizione di Ivan – C'èra molto metallo nello stadio: cancelli, torri, recinzioni. E i miei compagni correvano con anelli e croci al collo: eravamo circa 50 persone, ma perché proprio a me? Sono credente, sono stato battezzato e mi hanno comprato una catenina con croce che non ho mai tolto".

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