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Tudor spiega il suo metodo alla Juve: “A Yildiz non dico mai niente. Con Vlahovic carota e bastone”

Igor Tudor racconta il suo metodo alla Juventus alla vigilia del Derby d’Italia contro l’Inter: il trattamento speciale per Yildiz, la gestione “carota e bastone” con Vlahovic, l’ambizione Scudetto e l’importanza di Bremer.
A cura di Michele Mazzeo
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La Juventus di Igor Tudor si prepara al primo grande banco di prova della stagione: il Derby d'Italia contro l'Inter. Dopo due vittorie nelle prime giornate di Serie A, i bianconeri arrivano allo Stadium a punteggio pieno, pronti a misurarsi con la squadra di Cristian Chivu. Per Tudor, confermato in estate dopo il subentro a Thiago Motta, sarà il primo confronto diretto con i nerazzurri da tecnico juventino.

"Vale più di tre punti, per me è il primo da allenatore" ha spiegato il croato a Dazn. "A me questo peso piace, mi viene più facile preparare queste partite. L'Inter è una grande squadra, hanno due finali di Champions, vengono qua giocatori maturi. Noi ci giochiamo le nostre carte e poi vediamo chi sarà il migliore".

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Lo Scudetto e il metodo di Tudor: "Degli obiettivi parlo solo nelle riunioni di inizio anno"

Intervistato da Ciro Ferrara, suo ex compagno di spogliatoio, Tudor non ha nascosto l'ambizione: "Lottare per vincere lo Scudetto? Quello è ovvio… A inizio stagione in un paio di riunioni parlo delle nostre possibilità e poi per tutto l'anno non parlo di obiettivi. Non si parla, gli obiettivi si raggiungono". Il tecnico insiste su un principio di concretezza quotidiana: pochi discorsi e tanti fatti, con un approccio che prova a trasmettere anche ai suoi calciatori.

L'importanza di Bremer: "È buono come il pane, ma in campo è cattivo"

Tudor ha sottolineato anche il valore del difensore brasiliano Bremer, tornato titolare dopo il lungo stop della scorsa stagione: "Importanza enorme, da tutti i punti di vista: non solo come giocatore, ma anche come leader, come uno di cui lo spogliatoio ha bisogno in questo momento. La squadra è giovane e magari manca un po' in queste cose, lui invece le ha portate. Poi è un ragazzo buonissimo, come il pane, ma in campo è cattivo". Un punto di riferimento che, secondo l'allenatore, sta dando equilibrio e personalità alla retroguardia juventina.

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Vlahovic tra amore e bastone: "La sua è una situazione molto particolare"

Non poteva mancare un passaggio su Dusan Vlahovic, al centro di un'estate turbolenta: "Con il contratto in scadenza la sua è una situazione molto particolare. Gli farà molto bene, ha 25 anni, si sta ancora costruendo come persona. Le migliori annate sono davanti a lui… Io provo a dargli amore quando gli serve amore, e quando gli serve il bastone gli do il bastone". Per Tudor il serbo resta un punto fermo, nonostante la situazione contrattuale: forza, gol e maturazione mentale, in una fase cruciale della carriera.

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L'esempio di Yildiz: "Non gli dico mai niente davanti a gli altri"

Diverso il discorso per Kenan Yildiz, talento che si sta imponendo nello spogliatoio bianconero: "Ad Yildiz non dico mai niente davanti agli altri, perché fa tutto quello che deve fare sempre. Raramente gli diciamo qualcosa sia dal punto di vista del gioco che dal punto di vista dei comportamenti".

Il croato individua nella motivazione quotidiana la chiave del suo percorso: "La differenza la fa quella interiore motivazione che uno ha per arrivare e per fare che deve esserci tutti i giorni. Yildiz sta dimostrando di farlo e spero che continui. Ha tutti gli attributi per diventare davvero un top".

Con il Derby d'Italia alle porte, Tudor ha messo in chiaro i suoi principi: lavoro, coerenza e gestione personalizzata dei giocatori. La Juventus cerca identità e solidità, il tecnico croato prova a costruirla partendo da figure chiave come Vlahovic, Yildiz e Bremer.

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