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Spie e trame occulte per i Mondiali 2022: l’ex ufficiale della CIA al servizio del Qatar

Una vera e propria trama occulta dietro all’assegnazione ai Mondiali del 2022 in Qatar fatta di operazioni di spionaggio e di controlli su funzionari del calcio mondiale.
A cura di Vito Lamorte
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C'è sempre più attenzione intorno al Qatar e ai Mondiali del 2022 con l'avvicinarsi della competizione e nelle scorse ore è arrivato un colpo di scena importante non dal punto di vista prettamente sportivo ma che riguarda soprattutto la politica legata al calcio: lo stato delle penisola araba avrebbe impiegato per diversi anni un ex ufficiale della CIA per spiare i funzionari del football mondiale per ottenere l'assegnazione del torneo e per tenere d'occhio chi valutava criticamente la Coppa del Mondo in Qatar. L'inchiesta dell'Associated Press è stata resa nota poco fa ed è già diventata argomento di discussione a livello mondiale.

La tendenza di ex ufficiali dell'intelligence statunitense che vanno a lavorare per governi stranieri, con discutibili politiche sui diritti umani, preoccupa i funzionari di Washington e ha spinto alcuni membri del Congresso a chiedere un maggiore controllo su questo mercato opaco ma molto redditizio per i diretti interessati. Tom Malinowski, un democratico del New Jersey, ha affermato poco tempo fa: "C’è così tanto denaro del Golfo che scorre attraverso Washington D.C. La quantità di tentazioni è immensa e inevitabilmente incastra gli americani in cose in cui non dovrebbero rimanere incastrati".

L'indagine dell'AP ha rilevato che il Qatar ha cercato di ottenere un vantaggio assumendo un ex ufficiale della CIA, Kevin Chalker, per spiare i concorrenti e i principali funzionari che hanno preso la decisione nel 2010: negli anni successivi la stessa persona e il suo gruppo di lavoro avrebbero tenuto d'occhio anche quanti non hanno giudicato in maniera positiva l'assegnazione del Mondiale al Qatar.

Si è trattato di un lavoro di sorveglianza che prevedeva il controllo di incontri e eventuali mosse per provare a far fuori il Qatar dalla corsa al Mondiale: ci sarebbe da registrare anche il fatto che gli agenti che lavorano per Chalker avrebbero anche cercato i registri telefonici di almeno un alto funzionario della FIFA prima del voto avvenuto nel 2010. L’intera servizio portato al Qatar da questa operazione non è ancora molto chiaro ma ci sono diversi progetti proposti da Global Risk Advisors, nel triennio 2014-2017, che sarebbero direttamente correlate alla Coppa del Mondo.

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Chalker, che ha aperto un ufficio a Doha e aveva un account di posta elettronica del governo del Qatar, ha dichiarato in una dichiarazione fornita da un rappresentante che lui e le sue società non avrebbero "mai intrapreso attività di sorveglianza illegale".

Lo stesso Chalker avrebbe anche promesso di aiutare il paese a "mantenere il controllo" sui lavoratori stranieri che stanno costruendo gli stadi e le altre infrastrutture necessarie per ospitare il torneo: il Qatar è un paese con una popolazione di 2,8 milioni di persone e dipende fortemente dalla manodopera straniera.

Il Sunday Times aveva già portato alla luce questo legame tra agenti ex-CIA e il Qatar ma l'indagine dell'AP è più dettagliata e arriva fino a giorni nostri, chiarendo l'uso da parte del paese della penisola araba di ex spie statunitensi e fornendo uno sguardo preciso sul mondo delle ex spie occidentali che lavorano nel Golfo per i governi autocratici.

Il successo del Qatar è perseguitato da accuse di corruzione, tanto che pubblici ministeri statunitensi hanno affermato l'anno scorso che sono state pagate tangenti ai membri del comitato esecutivo della FIFA per ottenere i loro voti per l'assegnazione della Coppa del Mondo 2022.

Si tratta del torneo sportivo più popolare del pianeta ed è un'occasione unica per il Qatar, tra i paesi più ricchi del mondo, per avere una finestra sulla scena mondiale ma sia i funzionari del governo che la FIFA non hanno commentato queste nuove rivelazioni.

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