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Spalletti reagisce con fastidio alla domanda sul Napoli: “Si capisce quali sono le intenzioni”

Il tecnico sapeva che nel primo giorno da neo allenatore della Juventus gli avrebbero citato le sue parole prima di andare via dal Napoli: “Non è che devo smettere di fare l’allenatore perché sono stato lì”.
A cura di Maurizio De Santis
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Luciano Spalletti risponde in maniera pacata alle domande poste in conferenza stampa. Ce n'è solo una che al nuovo allenatore della Juventus fa alzare un po' il tono e lo inquieta: è quella sul Napoli e sulla promessa che mai avrebbe accettato una panchina differente rispetto a quella partenopea. E ci tiene a precisare un concetto: si riferiva solo alla stagione successiva allo scudetto. Non ha cambiato idea, semplicemente nella sua testa c'era dell'altro. La sua non era scelta in assoluto ma solo una decisione di grande rispetto legata a quel momento storico. "Non è che devo smettere di fare l'allenatore perché sono stato lì – le parole dell'ex ct della Nazionale -. Poi se c'è qualcuno che va a estrapolare delle cose e rispetto alla realtà le decontestualizza per attaccare, allora si capisce quale sono le intenzioni di chi lo fa".

La battuta sul tatuaggio: "Ho tirato il sangue dall'altro braccio"

È stato interpretato male, voleva dire altro. Alle sue frasi è stato dato un significato andato ben oltre le reali intenzioni. Spalletti rimarca con decisione questa riflessione, l'unica che offre alla platea con un'enfasi maggiore rispetto alla pacatezza con la quale ha spiegato che alla sua età e "dopo 30 anni e rotti di esperienza nel mondo del calcio" non ha paura né di mettersi in gioco, né intenzione di accontentarsi.

"Ho lasciato qualcosa in tutte le città in cui ho allenato. A Napoli (ci tornerà a dicembre da avversario, ndr) è venuta fuori qualcosa di superiore per la bellezza del calcio fatto e per lo scudetto portato a casa. Rimarrà tutto intatto da parte mia e quell'esperienza sarà sempre nel mio cuore al di là delle scelte professionali. Mi sono fatto tirare il sangue dall'altro braccio perché di là non volevo toccassero niente".

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Fin qui la battuta poi si fa serio: "Una cosa, però, lasciatemela dire. Questo fatto di estrapolare che non mi sarei mai messo alcuna tuta diversa da quella del Napoli riguardava quella stagione lì. In quella stagione non lo avrei fatto. Per cui questo fatto di chi va a prendere questa cosa per attaccare è bene si sappia che vuol dire decontestualizzare tutto dalla realtà. Si capisce quale sono le intenzioni di chi lo fa".

Il siparietto con Perin: "Lo sappiamo bene che dipendiamo tutti dai calciatori"

Quel "dipende tutto da voi" pronunciato alla domanda di Perin "mister, tutto bene?" è oggetto di discussione anche nel giorno della presentazione ufficiale. Spalletti chiarisce anche questo aspetto e prova a smorzare il clamore generato da quell'affermazione fatta scuotendo la testa: "La battuta con Perin è soltanto una battuta. Lo sappiamo bene che dipendiamo molto dalla qualità dei calciatori che fa la differenza. Il ‘dipenderà da voi' era per dire che nessuno ha la bacchetta e il campo dirà quello che è il mio futuro".

La Juve può ancora ambire allo scudetto? "Il massimo è rientrare nel giro, sono tante le partite che mancano. Ne ho viste di tutti i colori nei miei 30 e rotti anni di professione. Adesso che sono quasi in fondo non vedo perché accontentarmi". Ma una cosa deve essere chiara: "Non siamo nelle condizioni di essere presuntuosi di niente. Non mi piacciono gli slogan che rischiano di sostituire i fatti. Bisogna sempre lasciare che a mandare il messaggio sia il rumore del pallone che rotola sull'erba. E l'autodisciplina fa sempre la differenza".

Il contratto di otto mesi: "Situazione semplice, onesta e molto chiara"

In bianconero Spalletti resterà sicuramente fino a giugno. I risultati diranno se merita la riconferma oppure no. "Non ho bisogno di essere assicurato nel mio futuro. Ritengo sia corretto valutare di volta in volta, non devo esserci per forza in una squadra. La trovo una situazione molto semplice, onesta e molto chiara. E poi in fondo si tirano le somme. Visto quello che è successo precedentemente, se fossi stato la Juventus avrei fatto così". Parola al campo, unica insindacabile.

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