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Scudetto Napoli 2023

Spalletti in lacrime, dopo lo Scudetto ha un solo pensiero: “Mio fratello Marcello”

Luciano Spalletti ha parlato ai microfoni di DAZN al termine della gara che ha consegnato matematicamente al Napoli il terzo Scudetto della sua storia. Il tecnico degli azzurri si è commosso dopo aver dedicato questa vittoria alla famiglia e a suo fratello Marcello.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Luciano Spalletti ha parlato ai microfoni di DAZN al termine della gara che ha consegnato matematicamente al Napoli il terzo Scudetto della sua storia. Il tecnico degli azzurri si è presentato davanti alle telecamere felice, come un sorriso stampato sul volto. Strappato dalla festa che inevitabilmente era scoppiata negli spogliatoi della Dacia Arena, il tecnico dei partenopei si è lasciato completamente andare. “C’erano spruzzi di azzurro da tutte le parti nello spogliatoio – ha spiegato – Quelli abituati a lavorare duramente sempre, non riescono a gioire totalmente neanche per le vittorie. La felicità è una cosa fugace, ora bisogna ripartire". Le parole di Spalletti sembrano stonare con il clima di festa alle sue spalle: "Questa impostazione di vita toglie qualcosa di felicità”.

Ciro Ferrara, al fianco di Diletta Leotta in quel momento, prova a scuoterlo: "E ja mister!!!". A quel punto il tecnico degli azzurri inizia a sciogliersi: “Vedere i partenopei felici è la più grande emozione, sono loro che ti trasferiscono l’emozione". Ma è sul finale dell'intervista rilasciata a DAZN che gli occhi di Spalletti iniziano a diventare lucidi quando dedica questa vittoria alle persone a lui più care: "A mia figlia Matilde, alla famiglia, che è sempre lì a spingere. A tutti gli amici, a mio fratello Marcello". A quel punto Spalletti, nominando il fratello scomparso 4 anni fa, si commuove e in lacrime lascia la postazione dell'intervista.

Spalletti saluta tutti e va via ma prima di questo emozionante momento aveva comunque voluto ringraziare tutti coloro i quali hanno dato un contributo enorme a questo Napoli: “La prima dedica è alla squadra – ha spiegato – La seconda a tutto il pubblico. Napoli, è per teeeee!!! (urla). Poi a tutto lo staff, che lavora nel Napoli. A tutta la società". Prima di esaltare poi Osimhen che nel frattempo stava per essere intervistato da DAZN, Spalletti si è tolto qualche sassolino: “Probabilmente in questo risultato c’è anche la sua protezione – riferendosi a Maradona ma poi sottolinea una sua riflessione – Mi è sempre stata fatta la richiesta di tenere il Napoli in Champions League. Però poi siamo stai poco contenti e addirittura contestati. E questa cosa mi è poco piaciuta”.

Il tecnico del Napoli ha svelato di essere arrivato a Napoli con obiettivi ben precisi ma anche con una sorta di pressione per via delle vittorie centrate dai suoi predecessori e dal ricordi di allenatori come Sarri che ha fatto vedere al popolo partenopeo un calcio spettacolare: "Non abbiamo mai messo in discussione l’obiettivo che mi è stato chiesto – ha spiegato – Ci sono stati Ancelotti, Benitez, Sarri, Gattuso, che cosa vengo a fare qui? Restava solo da vincere lo scudetto, sennò non avrei avuto scampo".

Ma i meriti di Spalletti vanno ben oltre l'organizzazione di gioco e sono soprattutto incentrati su un aspetto: "L’anno scorso quando ho detto che bisognava provare a vincere il campionato mi hanno detto che avevo detto qualcosa di troppo grosso rispetto alla personalità della squadra, ho detto qualcosa che andava al di là, per strappare il massimo dai calciatori e costruire una mentalità con cui andare avanti quest’anno". 

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