Soviero: “Dopo gli insulti a Del Piero mi fecero terra bruciata. Guardiola ha rovinato il calcio”

Salvatore Soviero oggi ha 52 anni e nel corso della sua carriera calcistica l'abbiamo potuto ammirare nel calcio italiano dalla Serie A alla Serie C. Un portiere di un certo spessore che ha vestito maglie importanti come quelle di Perugia, Carpi, Fermana, Avellino, Cosenza, Genoa, Salernitana, Venezia, Reggina, Crotone e Juve Stabia prima del ritiro. Oggi si dedica al talent scout, forte anche dei suoi legami con diversi club professionistici.
Nel corso di un'intervista a Fanpage ha raccontato aneddoti e curiosità riguardanti la sua carriera nel mondo del calcio legata anche ad alcuni episodi che l'hanno visto protagonista. Dalla rissa in Messina-Venezia fino all'episodio del guardalinee passando a quel gesto fatto a Del Piero: "Non devo scusarmi di nulla, semmai devono scusarsi altri con me". Nel mezzo anche un parere sul calcio attuale: "Guardiola l'ha rovinato". Soviero poi ha detto la sua anche sulla Nazionale prossima a giocarsi l'accesso ai Mondiali: "Purtroppo siamo questi ma ho la sensazione che a volte le convocazioni non le faccia nemmeno il CT".
Soviero, la sua foto Whatsapp è l’immagine di lei che strangola Toni. Ci racconti quello scatto?
"Era un Venezia-Palermo. Fu solo un battibecco ma giustamente lui era un po' più alto e dovevo un attimo mettermi al suo stesso piano, ma non so poi come abbia fatto a prenderlo. Era stato solo un attimo ma non è stata una cosa prolungata".
Perché pensa di essere ricordato solo per questioni legate al suo carattere?
"Perché forse non fa più notizia l'aspetto calcistico della mia carriera, fa più contrasto l'altra questione".
Chi era il Soviero portiere?
"Io ho fatto una buona carriera con i miei limiti, che non erano sicuramente tecnici. Però sono partito da Palma Campania (in provincia di Napoli ndr) senza procuratore e ho giocato 20 anni. Poi ognuno può dire quello che vuole, ma sicuramente dovunque sia stato nessuno può dire che non avessi qualità tecnica. Al Cosenza, ad esempio, ho giocato 10 partite senza prendere gol, ma non se ne parla mai perché sono stato sempre un portiere che ha avuto una cattiva stampa".

E come persona?
"Non mi conosce quasi nessuno perché io, contrariamente a quello che pensano gli altri, lego con pochi".
Si sente ancora con qualcuno dei suoi ex compagni?
"Mi sento con due o tre come Francioso e Zamboni, poi a volte mi chiama qualcuno, ma non è che abbia tutti questi rapporti".
Vi siete mai rivisti o parlati con Del Piero dopo il gesto dell’orecchio?
"No, però ho letto alcune sue interviste e obiettivamente quella è la cosa che mi dispiace più delle altre. Di certo sono trascorsi tanti anni e io non devo chiedere scusa a nessuno, è successo e basta. Anzi, qualcuno dovrebbe chiedermi scusa per i comportamenti che ho subito".
Perché gli altri dovrebbero scusarsi con lei?
"Perché ci sono delle cose che nel calcio non si possono dire. E io non dico nulla, ma non per paura, poiché sono cose accadute realmente, ma perché sono fatto così. Prima di una reazione c'è sempre una provocazione e io sono uno che alla provocazione risponde. A volte sbaglio, a volte faccio bene, ma non per questo oggi devo chiedere scusa".
Perché pensa che da quel momento la sua carriera in Serie A sia finita? Le telefonò qualcuno?
"Ebbi la proposta da due squadre di Serie A. Mi ero ormai già accordato sullo stipendio, dovevo solo decidere, ma il giorno dopo mi chiamarono per dirmi che avevano preso un altro portiere che proveniva sempre dalla stessa parte. Quindi ho capito che mi stavano facendo terra bruciata".

E poi?
"Ero alla Reggina e dopo aver giocato sei partite in Serie A e averne vinte quattro, mi fecero fuori".
Cosa accadde?
"L'altro portiere era Pavarini e si lamentò col figlio di Moggi, suo procuratore, perché non giocava. E così hanno fatto fuori me. Oggi si parla tanto della GEA, allora nessuno la conosceva ma in realtà erano tutti con loro".
Veniamo al famoso video del guardalinee, cosa la fece arrabbiare?
"A me non ha fatto arrabbiare il calcio d'angolo, perché era giusto, ma lui non l'ha visto. Io vidi che sarebbe stato angolo, ma per lui che era in diagonale era impossibile che l'avesse visto da 50 metri. Questo mi ha dato fastidio".
Ma cosa accadde quando ti sei rivisto?
"Il video lo vidi subito ma non mi sono preoccupato di ciò che ho detto in quel momento perché non è nulla in meno di quello che dice qualsiasi giocatore ogni domenica. La mia sfortuna fu quella di avere i microfoni dietro la porta. Ma non mi sono meravigliato di ciò che ho detto perché le partite sono così".
E il guardalinee ti telefonò, vi siete mai più sentiti?
"La domenica dopo l'ho rivisto. Mi ha detto che la mamma mi salutava, è stato anche fin troppo simpatico. Ma lui non mi ha neanche sentito, è uno sportivo, aveva capito il senso del momento. Io neanche se mi impegnassi oggi riuscirei di nuovo a mettere insieme tutte quelle parole. Però obiettivamente oggi, rivedendomi dopo anni, mi faccio una risata".
Hai detto che Mazzarri era scarso, raccontaci perché.
"Come allenatore è scarso, ma era scarso anche come uomo, avendolo avuto come compagno di squadra".
Ma perché è scarso come allenatore?
"Io ho avuto circa 40 allenatori fra cui Zeman, Delio Rossi, Gasperini, Oddo, De Biasi. Con tutti ho avuto conflitti, ma Mazzarri era proprio scarso e senza personalità".
Con Gasperini andrebbe mai a cena?
"Io Gasperini quando lo vedo lo saluto affettuosamente. Con lui ho avuto problemi, ci ho discusso perché lui voleva delle cose da me e forse adesso cioè gli darei pure ragione. L'ho incontrato due anni fa a una riunione di calciatori col Genoa, ci ho parlato mezz'ora e gli dissi che è un grande allenatore".
Perché pensi che il calcio di prima fosse migliore di quello attuale?
"Era un altro calcio più tecnico e tattico. Adesso hanno tutti un gran fisico e corrono sempre, ma dove ca**o corrono? Corrono senza nessuna logica facendo errori gravissimi. Noi siamo stati un popolo di difensori e ora vogliamo fare gli spagnoli. Abbiamo sempre fatto sempre un calcio di contropiede e così ci abbiamo anche vinto il Mondiale del 2006".
E come si spiega questo cambiamento?
"L'italiano deve fare l'italiano e lo spagnolo deve fare lo spagnolo. Il calcio l'ha rovinato solo uno: Pep Guardiola. Lui ha costruito i suoi successi col Barcellona in 10 anni e 3000 miliardi spesi e infatti in squadra aveva l'ABC del calcio. Allo stesso tempo però ha proprio distrutto la mentalità del calcio. Noi in Italia siamo scarsi, non facciamo due passaggi, come si può chiedere alle nostre squadre di iniziare l'azione dal portiere?".

Cosa accadde nella rissa di Giulianova, ci racconti il momento in cui arrivò a spaccare la porto dello spogliatoio dell’arbitro.
"Era stata ufficializzata la regola del retropassaggio al portiere. Mi fu passata due volte la palla di coscia e alla seconda l'arbitro diede punizione dal limite. Dopo le mie proteste fui espulso dal direttore di gara e così entrai nel suo spogliatoio rompendo la porta, gli presi i vestiti e li lanciai nel cortile sotto la pioggia".
Come faceva le trattative da solo senza procuratore?
"Decidevo tutto io, mi chiamavano e a seconda delle proposte mi interfacciavo con il direttore sportivo o con chi si interessava di mercato".
Cosa ha fatto col suo primo stipendio?
"Col più importante, quando ero a Cosenza, ho comprato due macchine, anche se dopo un mese una l'ho distrutta. Feci un incidente e ne uscii illeso".
Perché due macchine?
"Dovetti prenderne due perché erano modelli introvabili. Una la tenni e l'altra infatti l'ho rivenduta subito".
Veniamo alla rissa col Messina: ci racconti perché cercava Coppola e rifilò pugni a tutti. Continuò anche negli spogliatoi?
"Perché Coppola mi disse che sarebbe venuto a prendermi a casa. Coppola era campano e questo mi fece arrabbiare ulteriormente. Volevo prendermela con lui ma mi scagliai con la panchina del Messina perché lui si era nascosto, era scappato".
E cosa accadde dopo?
"C'erano 200 poliziotti giù nello spogliatoio e ricordo che a un certo punto ricevetti dopo mezz'ora una telefonata dal Canada. Era un mio parente, un prete, che aveva visto le immagini in televisione. Mi chiese come stessi e se mi fossi calmato".
Alla Salernitana litigò con Zeman e alzò al muro il portiere Botticella e il difensore Zoro, cosa accadde?
"Eh, sì. È vero. Successe che ero squalificato e fecero uno scherzo a Botticella nascondendogli la maglia e così lui prese la mia. Quando lo vidi gli dissi: ‘Guarda che io queste cose non le faccio'. Lui così mi rispose: ‘Sono qua quando vuoi'. Io in quel momento volevo, poi intervenne Zoro, così lo presi col dito e sistemai pure a lui".

E con Zeman?
"Lui disse che senza di me andava in Serie A. E io risposi che invece senza di me retrocedeva a dicembre nel girone d'andata, ma in realtà avevo sbagliato di poco. Quella squadra infatti retrocesse a novembre, anche prima".
Oggi ci vorrebbero 11 Soviero per riportare l’Italia ai Mondiali?
"Non lo so cosa ci voglia, sinceramente ci sto capendo poco. Noi siamo questi e dobbiamo fare il massimo con quelli che siamo anche se a volte mi sembra che le convocazioni non le faccia nemmeno il CT.
Oggi che fa?
"Lavoro un po' nel calcio estero, porto qualche giocatore in giro, specie nelle squadre dove sono stato e dove ho ancora qualche rapporto con qualcuno. Insomma, faccio il talent scout. Ho tanto tempo libero, sono in pensione".