113 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Serie A, Gravina: “Questa stagione non può concludersi oltre metà luglio”

Il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina è ritornato a parlare dell’attuale situazione del calcio italiano, alzando la percentuale del rischio di non tornare più a giocare: “O si riesce a concludere entro la metà di luglio p non è possibile ipotizzare una stagione che vada anche ad agosto. Ci saranno gli Europei, le Coppe, la nazionale. Non è pessimismo, è realismo e la priorità è finire il campionato”
A cura di Alessio Pediglieri
113 CONDIVISIONI
Immagine

Il Presidente della FICG, Gabriele Gravina è tornato a parlare di questa stagione sportiva oramai compromessa dal coronavirus e da una pandemia che è ancora in pieno svolgimento in Italia. Ai microfoni di ‘Radio Sportiva' il numero uno del calcio italiano ha provato ad aggiornare il punto della situazione con maggior realismo: "Non è detto che ci si fermi, l'obiettivo e la necessità è di concludere questo campionato, ma dobbiamo essere anche oggettivi".

Per Gravina, la situazione è in costante mutamento. Una evoluzione davanti alla quale si può discutere, come si sta facendo, m non si può decidere, come molti vorrebbero: "Non si può fare un programma, possiamo solamente aprire il ventaglio delle ipotesi e trovarne di migliori o peggiore, ma al momento nessuno può decidere alcunchè. Il mio ruolo mi impone di guardare a tutto il mondo del calcio, anche a quello dilettantistico: se crolla la base, crolla tutto".

Il realismo: finire entro luglio o non ripartire più

La preoccupazione di non poter riprendere a giocare è manifesta, al pari della volontà di proseguire: "La priorità è ripartire ma si devono valutare moltissimi aspetti con cui fare i conti, al di là delle chiare  risapute esigenze del nostro calcio. Nella prossima stagione ci saranno gli Europei, gli impegni della Nazionale, ritornano le Coppe, le squadre si devono preparare. E' impensabile protrarre l'attuale stagione anche ad agosto. E' necessario fare un countdown: da metà luglio in giù".

I contenziosi e le differenti correnti nel calcio

Parole che non cozzano con le precedenti dichiarazioni ma che aumentano la percentuale di uno stop definitivo: "Noi abbiamo facoltà di decisione, stiamo valutando tutto con equidistanza ed equilibrio. Non vogliamo creare situazioni in cui il calcio apra contenziosi che non si può di certo permettere di questi tempi"

il taglio degli stipendi ai giocatori

Ovviamente, il danno è oramai stato fatto, così come per le altre filiere, anche quella dello sport e del calcio in particolare è compromessa soprattutto per i problemi economici presenti e futuri: "Parlare di stipendi è corretto, così come negli altri settori anche il calcio non può nascondere di aver perso molti soldi. C'è la richiesta che tutti ne prendano atto e parlare anche di una possibile riduzione di stipendi è realismo".

113 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views