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Sarri e il dramma del Napoli nell’albergo di Firenze: “I giocatori piangevano per le scale”

Maurizio Sarri è tornato a rivivere la serata del 28 aprile 2018, quando il Napoli assistette impotente in un albergo di Firenze alla vittoria della Juve a San Siro contro l’Inter, una mazzata che avrebbe poi generato la disfatta contro la Fiorentina di poche ore dopo: “C’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili”.
A cura di Paolo Fiorenza
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In maniera abbastanza inattesa, visto che deve ancora essere presentato ufficialmente dalla Lazio, Maurizio Sarri ieri sera ha rilasciato una lunga intervista a Sportitalia, in cui si è tolto qualche sassolino, a cominciare dal benservito datogli dalla Juventus, che poi si è ritrovata quest'anno a festeggiare un quarto posto con Andrea Pirlo.

Ovviamente si è parlato anche di Napoli, il club dove probabilmente si è visto il miglior calcio del tecnico toscano in un triennio povero di risultati ma ricco di gratificazioni personali: panchina d'oro nel 2016 e miglior allenatore italiano per l'AIC l'anno dopo. Erano gli anni del Sarrismo, quella meravigliosa utopia destinata e restare tale quando nella sua ultima stagione il Napoli arrivò secondo dietro la Juventus col record di punti (91), vittorie in campionato (28) e minor numero di reti subite (29) nei tornei di Serie A a 20 squadre.

A fine anno Sarri avrebbe detto la famosa frase "purtroppo abbiamo perso lo Scudetto in hotel, avrei preferito farlo in campo", riferendosi alla vigilia della partita poi persa in casa della Fiorentina, quando la squadra assistette impotente alla vittoria della Juve a San Siro contro l'Inter, in una gara segnata dalle polemiche per l'arbitraggio di Orsato.

Era il 28 aprile 2018 e oggi Sarri torna su quanto accadde quella sera, una vera mazzata sul morale degli azzurri, che dopo poche ore sarebbero stati spazzati via dalla Fiorentina per 3-0 praticamente senza scendere in campo: "Tutti quelli che fanno sport sanno a cosa mi riferivo quando dissi quella frase. Poi ci si può costruire sopra qualsiasi sfottò, la realtà è che la squadra ha visto uno spiraglio aperto. Chi ha vissuto quella notte sa a cosa mi riferivo, quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale. C'è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili".

Una ferita ancora aperta per il tecnico toscano, che tuttavia non avrà modo di suturarla tornando sulla panchina azzurra: De Laurentiis lo aveva sondato a gennaio, lui aveva dato la disponibilità per luglio. Non se n'è fatto niente, il futuro è alla Lazio.

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