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Ronaldo torna a giocare ma non potrebbe: “Se l’arbitro ti fa domande, digli che ti chiami Dave Walsh”

Da una limousine bianca scende un uomo in calzettoni da calcio e scarpe coi tacchetti, è Ronaldo il Fenomeno. Nessuno sa che è lì per giocare, del resto non potrebbe farlo, non è in distinta: “Se l’arbitro ti ammonisce, digli che ti chiami Dave Walsh”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Una limousine bianca si ferma vicino a uno sperduto campo di calcio in Inghilterra, dal sedile posteriore scende Ronaldo – quello vero, direbbero i detrattori di Cristiano – per entrare in campo e tornare a giocare, si fa per dire. Una sceneggiatura surreale per una vicenda che ha visto il 47enne brasiliano lasciare di stucco tutti gli altri calciatori presenti: il ‘Fenomeno' non era neanche inserito nella distinta consegnata all'arbitro e dunque l'allenatore gli ha detto che nel caso l'arbitro gli avesse chiesto qualcosa o l'avesse ammonito, avrebbe dovuto rispondere di "chiamarsi Dave Walsh".

L'arrivo di Ronaldo in limousine
L'arrivo di Ronaldo in limousine

Era una fredda mattina nell'Essex: all'Henderson Sports and Social club si giocava un match di Sunday League, termine che nel mondo anglosassone indica le competizioni calcistiche amatoriali che si svolgono la domenica anziché l'abituale sabato. In campo si barcamenava il Phoenix FC, squadra attualmente ultima nella NWL Division 8, che di lì a poco avrebbe potuto contare – senza che nulla sapesse – sull'apporto dell'ex attaccante due volte campione del mondo col Brasile.

Il tutto è stato organizzato da Paddy Power come parte della loro iniziativa "Ultimate Super Sub" (il super sostituto definitivo): Ronaldo è stato portato in aereo sul posto, poi la limousine lo ha condotto al campo ed è quindi subentrato sul terreno di gioco, mentre i presenti – i calciatori di entrambe le squadre e i tifosi – non credevano ai loro occhi. In quello sperduto campo, con una delle maglie più improponibili dell'universo, c'era uno dei giocatori più forti e iconici della storia del calcio.

L'ex Inter e Milan è entrato quando il Phoenix già perdeva 4-0 e poco ha potuto fare sul terreno fangoso, viste anche le sue attuali condizioni fisiche non esattamente da atleta. "I ragazzi non potevano crederci quando è arrivato Ronaldo – ha detto l'allenatore Brian EdwardsNon l'avevo registrato per il match, quindi ho usato il nome ‘Dave Walsh' e l'ho messo in panchina. Purtroppo, era tutt'altro che un Super Sub…".

"Era in ritardo quando si è cambiato ed eravamo già molto indietro nel punteggio quando ho potuto metterlo dentro, ma è sicuramente un momento che ricorderò per sempre. Il resto della sua prestazione? Meno memorabile", ha sorvolato il tecnico. Del resto le immagini del brasiliano sono abbastanza eloquenti sulla mobilità del Fenomeno. Successivamente, dopo aver parlato con qualcuno al telefono, Ronaldo si è rimesso il giaccone ed è stato portato via con la medesima limousine con cui era arrivato. Quasi un'apparizione mistica.

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Diverse le reazioni sui social degli altri protagonisti della vicenda. Un giocatore ha scritto: "Un onore essere stato coinvolto in questa cosa. Il momento più surreale che abbia mai vissuto incontrando quest'uomo in persona". Mentre un altro ha commentato più ironicamente: "L'attaccante più facile che abbia marcato". Ai bei tempi Ronaldo gli avrebbe cambiato i connotati a furia di doppi passi…

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