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Rabbia Gilardino per il rigore che non c’è in Inter-Genoa: “Perché l’arbitro non ascolta il Var?”

Gilardino non sbotta né attacca il direttore di gara in diretta tv. Però quell’immagine gli ronza in testa, gli lascia un groppo in gola e la convinzione di essere stato defraudato. “Deve esserci comunicazione con il Var e grande disponibilità nell’ascoltarlo”
A cura di Maurizio De Santis
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Alberto Gilardino non alza la voce, si presenta in maniera composta in diretta tv per e interviste. Il suo Genoa non ha sfigurato affatto contro l'Inter. Anzi, ha dimostrato coraggio, vitalità, organizzazione, identità tattica precisa, abbastanza personalità da non lasciarsi tramortire nemmeno dall'uno-due che i nerazzurri piazzano nel primo tempo.

Il Grifone non molla mai, si aggrappa alle sue certezze. Piano piano trova la via del gol, accorcia le distanze, quasi pareggia (ma Vitinha parte in posizione di fuorigioco), tiene sulla corda la squadra di Simone Inzaghi fino alla conclusione. Alla fine i rossoblù liguri escono dal Meazza a testa alta ma con grande amarezza e altrettanta consapevolezza che conquistare un pareggio sarebbe stato un risultato tutto sommato giusto.

A fare la differenza, a spostare l'ago della bilancia dalla parte dell'Inter c'è quel fallo da rigore su Barella che non ha convinto nessuno. L'entrata di Frendrup sul centrocampista appare "un normalissimo scontro di gioco" (le parole di Marelli a Dazn) che non inficia affatto l'azione dell'avversario (che oltretutto aveva già tirato, come si evince dalla gamba in estensione).

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"Dal campo non sembrava rigore – ammette Gilardino ai microfoni di Sky e poi anche a quelli di Dazn -. Una sensazione che ha avuto conferma anche dopo… riguardando le immagini si ha la certezza che non c'è alcun fallo. Mi rendo conto che si tratta di attimi e di situazioni che vanno valutate in poco tempo. Ma resta un rigore parecchio dubbio… Detto questo, non voglio fare polemiche ma preferisco parlare della prestazione dei miei ragazzi, che hanno giocato con coraggio e che hanno fatto un bel secondo tempo".

Gilardino non sbotta né attacca il direttore di gara. Però quell'immagine gli ronza in testa, gli lascia un groppo in gola e la convinzione di essere stato defraudato. Non ci fosse stato quell'episodio chissà come sarebbe andata la gara con l'Inter. Magari non sarebbe finita 2-1.

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"C'è rammarico, perché gli episodi possono condizionare l'andamento della partita – aggiunge l'ex attaccante, oggi allenatore del Grifone -. Il mio rammarico è che nel primo tempo potevamo essere più lucidi contro un avversario che ha grandi doti ed è una squadra solida".

La lingua batte dove il dente duole e la chiosa è dedicata alla serataccia del direttore di gara. La riflessione di Gilardino lascia in sospeso una domanda alla quale è impossibile dare una risposta. L'unico che può farlo è Ayroldi. "Deve esserci comunicazione con il Var e grande disponibilità nell'ascoltarlo, è fondamentale. Visto che l'hanno messo perché non farlo? Ma sono umani, possono sbagliare".

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