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Opinioni

Perché Inter-Barcellona 4-3 deve restare “La Partita” non solo per gli interisti, ma per tutti noi

Si deve fare letteratura di fronte a una partita leggendaria come questo Inter-Barcellona, con eroi coraggiosi, avversari magici e attimi già indimenticabili.
A cura di Jvan Sica
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Alla fine di Italia-Germania 4-3 Gianni Brera scrisse che se avesse avuto un po’ più di coraggio per quella partita avrebbe dovuto fare letteratura vera, scrivere epica alla maniera dei classici. Lo sport durante il Fascismo era stato manganello propagandistico e in quelle parole c’era la ritrosia di chi non voleva mischiare ancora una volta mondi (l’alto e il basso) come durante il Ventennio. Eppure il grande Gioann sbagliava perché quando nella vita ti capita di poter scrivere di una partita come quella di martedì sera tra Inter e Barcellona l’unica lente attraverso cui puoi guardarla è quella letteraria.

Il 6 maggio 2025, a Milano, gli eroi non si sono sprecati, hanno combattuto fino all’ultima stilla di energia, mischiando sudore e pioggia, rabbia e talento, quelli che hanno vinto, i nerazzurri, hanno giocato prima la partita perfetta, poi sono calati perché non c’è narrazione senza l’Achille furioso chiuso nella tenda e poi hanno lanciato ogni organo del proprio corpo oltre qualsiasi limite, giocando con il coraggio fra le mani e la passione tra i piedi.

Quelli che hanno perso, i blaugrana, hanno danzato sulle ali di un Ettore meraviglioso e stracolmo di futuro e bellezza. Yamal è vento, non è acqua come tanti altri campioni del presente e del passato. L’acqua in qualche modo puoi deviarla, controllarla, frenarla se ne sei capace, il vento no, il vento si insinua ovunque e quando tu pensi che quella linea è chiusa, il vento passa lo stesso, spazzando via, anche se refolo delicato e luminoso, ogni barriera.

Eppure l’Inter ha superato questa bellezza scintillante e ha chiesto di attendere ancora un attimo al futuro, perché ha saputo respirare ogni centimetro del suo benedetto campo, benedetto per quello che ha visto in tutti questi anni e per quello che ha visto martedì sera. L’epica di questa partita verrà sviscerata per anni con libri, canzoni, film, documentari, canzoni, racconti. Se ne coglieranno gli aspetti più speciali, i particolari più nascosti, i dietro le quinte, quello che in corpo avevano i calciatori in campo. Descriverla attimo per attimo sarebbe già un romanzo, perché in ogni attimo è accaduto qualcosa che ha portato alla meraviglia a cui abbiamo assistito.

Sommer riavvolge il tempo e ferma quello che sembrava già fosse accaduto, Acerbi segna il gol della vita e vorrebbe strapparsi ogni centimetro di pelle per mostrare il suo essere semplicemente uomo, Lautaro gioca da maestro, Mkhitaryan che è professore da anni mette in cattedra la sua saggezza, coprendo tre ruoli. Non dimentichiamoci poi di Pedri, altro astro senza senso nel cielo di San Siro. Cambia la partita quando decide di fare tutto e quasi riesce a piegare il tempo e lo spazio, immaginando una vittoria strappatagli solo dalla resistenza di un’Inter indimenticabile.

Non è, non può essere Italia-Germania 4-3, perché lì c’era una nazione intera a tifare, soffrire e sognare, quella era una vicenda di storie e di Storia di cui ogni italiano e tedesco ha ancora oggi una sua pagina, ma questa Inter-Barcellona 4-3 resterà di sicuro “la partita” per i tifosi interisti e dovrebbe inorgoglire anche tutti gli altri tifosi italiani. Sono anni che viviamo da figli indisciplinati e stupidi, abbiamo buttato il campionato più bello del mondo per ingordigia, insolenza e cattiveria. Questa partita porta tutta l’Italia un gradino più in alto, quasi a toccare il cielo. Liberiamoci dai legacci e facciamo quello che si deve mentre si ascoltano i battiti di una partita come questa, fare letteratura, guardare la luna perché questa sera l’Inter l’ha raggiunta.

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