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Perché Donnarumma continua a scaldare la panchina: il peso del clan nello spogliatoio PSG

Gianluigi Donnarumma, arrivato quest’estate dal Paris Saint Germain dopo aver rifiutato il rinnovo contrattuale con il Milan, continua a scaldare la panchina nonostante Keylor Navas non stia rendendo al meglio. Questo perché Mauricio Pochettino sembra avere ancora fiducia del portiere costaricano.
A cura di Antonio Moschella
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Minuto 51 del match di domenica sera tra Reims e Paris Saint Germain: il colpo di testa non irresistibile di Touré viene smanacciato alla meglio da un Keylor Navas ovattato, il quale respinge centralmente favorendo il gol di Munetsi, che significa il pari per i padroni di casa. Solamente il VAR avrebbe poi modificato il corso degli eventi, salvando sia i parigini sia il loro portiere, che da varie settimane appare poco lucido ed esageratamente nervoso quando gli tocca intervenire nelle poche occasioni a disposizione degli avversari. Al momento del gol poi annullato del Reims la mascherina copriva le emozioni di un Gianluigi Donnarumma che da miglior giocatore dell'Euro 2020 continua a scaldare la panchina nonostante il suo più esperto collega non stia certo vivendo un periodo felice. Il risultato finale di 2-0 per il PSG dà in qualche modo ragione a Mauricio Pochettino, il quale sta puntando sempre sul costaricano, ma apre qualche dubbio riguardo la scelta del tecnico argentino.

Come all'Espanyol

Nella stagione 2010-11 l'allenatore di Santa Fe dirigeva un Espanyol che, con Daniel Osvaldo e José Maria Callejón in attacco, sarebbe finito ottavo in Liga dopo aver orbitato per 30 giornate in zona Europa League. Nell'annata seguente il portiere titolare Carlos Kameni sarebbe stato messo da parte da Pochettino a favore del suo connazionale Cristian Alvarez, il quale dopo tre anni da riserva fu promosso titolare per punire il camerunese, reo di essere andato contro alcune decisioni di un club che aveva da poco venduto pezzi importanti proprio come Osvaldo e Callejón e aveva dato l'addio a un totem come Ivan de la Peña. Gli effetti sul rendimento della squadra furono immediati: Alvarez non avrebbe dato mai la sicurezza tra i pali offerta da Kameni, né tantomeno sarebbe riuscito a guidare con solvenza e decisione il reparto arretrato. Proclamato addirittura secondo capitano dopo Joan Verdú l'argentino vestì la fascia in 14 occasioni, mentre le sue uniche assenze dalla lista dei convocati furono dovute a un infortunio importante. Al di là del netto crollo del rendimento del collettivo, riflesso in un 14esimo posto finale, la scelta dell'allenatore argentino di mettere da parte Kameni per il mediocre Alvarez, promosso capitano nello stupore generale, può far comprendere oggi la momentanea supplenza di Donnarumma.

Questione di comunicazione

Pochettino, che è arrivato in un PSG solitamente molto autogestito, ha inoltre compreso che il cuore pulsante del club parigino è formato dal clan latinoamericano. Nello spogliatoio del Camp des Loges si parla più spagnolo che francese, e lo stesso Kylian Mbappé ha dimostrato di sapersi destreggiare nella lingua di Cervantes proprio a causa della colonizzazione messa in atto dagli argentini e dagli uruguaiani che negli ultimi dieci anni si sono susseguiti al Parco dei Principi. Persino i brasiliani Neymar e Marquinhos, la cui lingua madre non è lo spagnolo, formano parte di questa combriccola che a telecamere spente crea comunque una dinamica di vita dominante che si riflette poi in campo. Per non parlare della comunicazione con gli uomini del reparto arretrato: Navas è da anni titolare del PSG e sebbene parli solamente il castigliano sa farsi comprendere anche da Kimpembe, Diallo e Kurzawa. Donnarumma, alla prima esperienza lontano da casa, dovrà dunque accelerare la comprensione di una se non due lingue in modo da poter dimostrare quanto prima di poter superare il costaricano non solo dal punto di vista tecnico.

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