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Perché De Rossi non si è goduto il tributo della Roma: “Rabbia e fastidio, devo lavorare meglio”

Daniele De Rossi accolto con affetto sotto la Curva Sud spiega il “volto scuro” dopo Roma-Genoa: delusione per la prestazione della sua squadra.
A cura di Marco Beltrami
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Daniele De Rossi si sarebbe aspettato un ritorno diverso all’Olimpico contro la sua Roma. Non certo per l’accoglienza ricevuta dal popolo giallorosso e dalla sua ex squadra, protagonisti di un bellissimo tributo, ma per quanto fatto in campo dal suo Genoa. Troppo poco per soddisfare il tecnico, che per questo ha vissuto il tributo finale romanista “scuro in volto”, per dirla alla sua maniera.

Daniele De Rossi scuro in volto durante il tributo dopo Genoa-Roma

Già perché l’ex capitano Futuro sapeva cosa lo attendeva in quello stadio in cui ha scritto pagine importanti della storia della Roma. Insomma, emozioni contrastanti per De Rossi, impossibili tra l’altro da nascondere: "Ci sono dentro rabbia e fastidio perché non mi è piaciuta la prestazione che abbiamo fatto. A prescindere da quello che poi è stato il saluto finale, il saluto iniziale, l’affetto da parte dei miei tifosi, ex tifosi e giocatori”.

De Rossi e il tributo della Roma
De Rossi e il tributo della Roma

La delusione di De Rossi per la prestazione del suo Genoa

Quando è andato infatti sotto la curva per il bel tributo finale, sotto gli occhi dei giocatori della Roma che gli hanno lasciato la scena, De Rossi non si è sciolto del tutto, con l’espressione che ha tradito in parte la sua delusione poi esternata ai microfoni di DAZN: "Il tributo? Quello rimane, quello sarebbe stato uguale con un pareggio, con una vittoria o anche con una sconfitta, ma con una prestazione diversa sarebbe stato un po’ più sereno andare a salutare. Mi dispiace di aver fatto quel saluto col volto scuro. Mi conoscono, sanno che non ho un’altra maniera di vivere il calcio".

Le emozioni contrastanti di De Rossi

Uno stato d’animo particolare quello di De Rossi, dunque, diviso tra la gioia dell’abbraccio giallorosso e la delusione per la prestazione del Genoa. Non gli è piaciuta la leggerezza della sua squadra e per questo si è ripromesso di "lavorare meglio". Ma cambiando pagina e pensando solo alle cose belle, qual è stato il momento più bello della sua serata: "Il momento più impattante, non lo so. È una settimana che mi arrivano messaggi, video, che vedo sui social. Qualche cosa, qualche frase, qualche dimostrazione di affetto sicuramente mi ha emozionato. Forse il saluto con i giocatori, che li ho visti venirmi incontro prima della partita, che li ho visti felici di rivedermi, ma non lo so, insomma. Mi ha trattato da re per tanti anni, continua a farlo, quindi tutto è stato impattante. Quindi li ringrazio, insomma".

Impossibile tornare poi a Genova con solo un bagaglio di ricordi e sensazioni positive: "Sapevo che sarebbe stato così, sapevo che avrei fatto questo giretto, insomma. E l’ho detto prima proprio perché non volevo che il risultato facesse oscillare il mio andare o meno. È stata una bella serata perché ho rivisto tanta gente che amo, però poi il resto è il mio lavoro. Il mio lavoro è la mia vita, la mia quotidianità, il mio 100%, e non mi è piaciuto come io ho fatto fare il mio lavoro alla mia squadra. Dovrà lavorare meglio".

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