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Pato va oltre nel sostenere Djokovic: il vaccino è il “morso sperimentale”. Poi cancella e ritratta

Alexandre Pato ha pubblicato una storia su Instagram dai toni negazionisti e xenofobi, parlando del Covid come “peste cinese” e del vaccino come “morso sperimentale”. Poi l’ex attaccante del Milan ha cancellato tutto.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo essersi operato nel maggio scorso in artroscopia al ginocchio, Alexandre Pato è tornato in campo nello scorso ottobre con la maglia dell'Orlando City, con cui aveva firmato un contratto annuale a febbraio. Il 32enne brasiliano ha poi raccolto spiccioli di partite mettendo assieme appena 35 minuti in 4 presenze, che si vanno ad aggiungere all'unica presenza dello scorso aprile, 80 minuti, per un bottino complessivo davvero magro, senza aver realizzato alcun gol.

Nonostante ciò, il club della MLS ha rinnovato il contratto dell'attaccante anche per il 2022, dunque Pato avrà modo di dimostrare quest'anno che la sua carriera ha ancora qualcosa da dire, dopo aver lasciato nel 2017 il grande calcio per andare a prendersi le palate di soldi cinesi, salvo poi andare al San Paolo due anni dopo e successivamente provare l'esperienza americana. I lampi del giocatore che giovanissimo fece innamorare i tifosi del Milan sembrano mai più destinati a rivedersi, ma il classe 1989 è ancora relativamente giovane e sicuramente non vorrà chiudere la carriera in maniera ingloriosa.

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Intanto nelle ultime ore il nome di Pato è tornato d'attualità per motivi diversi da quelli calcistici e non esattamente positivi. In una storia su Instagram, cancellata poco dopo, il brasiliano ha difeso il tennista Novak Djokovic, espulso dall'Australia al termine di un estenuante braccio di ferro per non essersi voluto vaccinare, e dunque impossibilitato a partecipare al primo torneo del Grande Slam di quest'anno. Nel post l'attaccante ha usato toni negazionisti, definendo il vaccino un "morso sperimentale", ma è scivolato anche su espressioni xenofobe come "peste cinese" per definire il Covid, con buona pace dei suoi trascorsi al Tianjin Tianhai.

Pato ha definito Djokovic una leggenda dello sport e un eroe da seguire nel "movimento di resistenza contro il totalitarismo". Per elogiarlo ha anche elencato i gesti di solidarietà compiuti dal serbo fuori dal campo, le donazioni per cause sociali. Nonostante la rapida cancellazione, il messaggio si è rapidamente diffuso e il brasiliano è stato oggetto di parecchie critiche. A quel punto allora Pato ha pubblicato una dichiarazione in cui ha fatto intuire che il post era stato scritto da altri, scusandosi e dicendosi favorevole alla vaccinazione contro il Covid.

"Voglio chiarire l'importanza della vaccinazione di tutti gli esseri umani! Ho preso le mie dosi nel momento esatto in cui sono stato autorizzato a farlo! E penso sia importante che tutti abbiano questa consapevolezza di proteggersi e proteggere chi è al loro fianco! Nel post volevo mettere in risalto i gesti umanitari di Djokovic e anche tutti i suoi successi sportivi! Quando ho notato che c'erano parti del testo che non corrispondevano al mio modo di pensare, l'ho cancellato. Mi scuso, perché queste non sono parole che governano la mia vita e il mio modo di pensare! E ribadisco: dobbiamo vaccinarci tutti! Il vaccino salva la vita! Sono completamente vaccinato e spero che possiamo uscirne il prima possibile!", ha scritto Pato, aggiungendo anche l'hashtag #VacinaJá, ovvero #VaccinatiOra.

Peraltro, nonostante il post contro i vaccini, Pato lo scorso aprile aveva pubblicato una foto in cui riceveva la prima dose negli Stati Uniti. Una mossa quasi obbligata, visto che gli sport professionistici nordamericani hanno una bassa tolleranza per chi non si vaccina, con protocolli abbastanza stringenti.

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