Orsato fa saltare i nervi a Guardiola e volano parole grosse: scenata in mondovisione

C'era qualcosa della direzione di gara di Daniele Orsato che non gli era andata a genio. Nemmeno il primato a punteggio pieno nel girone di Champions League è riuscito a placarlo. E Pep Guardiola proprio non ce l'ha fatta a trattenersi. La foga è stata tale da lasciare sorpreso il fischietto italiano. Il tecnico catalano si avvicina a lui, faccia a faccia, ha gli occhi sbarrati e gesticola. Alza la voce. Accanto a lui c'è Foden che un po' gli dà manforte poi fa un gesto di stizza e si allontana.
L'espressione dell'arbitro spiega bene il suo imbarazzo in quel momento. Quasi sembra dire: ma che ho fatto di male? L'adrenalina ancora in circolo, la tensione agonistica e (forse) anche qualche brutto ricordo legato alla semifinale con il Real Madrid sono una miscela esplosiva. Guardiola deflagra nelle proteste e si lascia scappare qualche parola di troppo. "Fuck off" (che equivale al "vaffa…" in italiano) è l'insulto che gli parte secondo la ricostruzione dei media inglesi.

Sui titoli di coda della vittoria in Coppa del Manchester City è il battibecco durato qualche minuto a chiudere la serata. Riesce perfino a rubare (per un attimo e solo in parte) la scena al gol bellissimo (e pesantissimo) al Borussia Dortmund segnato da Haaland in acrobazia (13° centro in 9 partite) su assist con effetto con speciale di Cancelo.
Orsato lo guarda stupito. Ascolta. Lascia che l'allenatore si sfoghi. Fa solo un gesto con la mano, invitandolo a star calmo. Ma Pep, ormai, ha perso le staffe e, al culmine della contestazione, fa un gesto che l'arbitro interpreta come offensivo, una mancanza di rispetto palese accompagnata da un labiale che non ha bisogno di particolari interpretazioni… L'arbitro estrae il giallo e lo ammonisce.

Finisce lì? No. Guardiola ha un improvviso cambio di umore: mette da parte la protervia, diventa conciliante e affabile. Si avvicina al direttore di gara, lo abbraccia, gli sorride, gli mette perfino una testa sulla spalla in maniera affettuosa chiedendogli scusa con la stessa teatralità che lo aveva caratterizzato pochi minuti prima. Ammetterà di essere stato eccessivo, di aver sbagliato e meritato l'ammonizione.
Se credete si sia conclusa in quel modo, sbagliate. Guardiola, inquieto, va via, percorre un paio di metri poi torna indietro e si avvicina di nuovo a Orsato. Questa volta ha mani e braccia dietro la schiena e l'atteggiamento dello scolaretto che, ricevuta la ramanzina, se ne sta buono dinanzi al professore. È un fiume in piena, nervoso ed esilarante al tempo stesso, tracima emozioni rischiando di mettersi nei guai.

Il ‘sangue caldo' di Guardiola (e dell'ambiente del City) ha un precedente e fa riferimento alla sfida che nella scorsa edizione della Coppa vide la sua squadra soccombere contro i blancos di Ancelotti a un passo dalla finale che avrebbero vinto piegando il Liverpool. L'eccessiva indulgenza e il metro di giudizio adottato dal direttore di gara rispetto al gioco duro degli spagnoli (in particolare di Casemiro, mai ammonito nemmeno dopo un'entrata pericolosa su De Bruyne) sono un nervo scoperto