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O cambi o sei finito, solo Gasperini nel calcio di oggi è sempre all’avanguardia

Nel calcio di oggi se sei un allenatore o cambi in continuazione o sei finito, Gasperini resta se stesso continuando ad evolversi e finalmente ha vinto.
A cura di Jvan Sica
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L’uomo dei miracoli, l’allenatore migliore della stagione, il tecnico che non perde mai ieri sera è stato letteralmente surclassato da Gian Piero Gasperini, che ha vinto con il suo modello di calcio, portato avanti da anni e ancora modernissimo e difficile da affrontare. I principi sono chiari e il primo è evidente. Per giocare come chiede Gasp ci vuole coraggio, un coraggio che devi avere sia quando attacchi, fidandoti degli altri e macinando chilometri negli spazi, ma soprattutto quando difendi, aggredendo gli avversari in ogni centimetro di campo e non rinculando mai.

In questi giorni si è tanto parlato del calcio di Allegri, che ha vinto proprio contro Gasperini nella finale di Coppa Italia. La maggiore parte di quella partita la difesa juventina l’ha passata nella propria area di rigore, a pochi metri dalla linea di porta. In quelle condizioni basta davvero poco per prendere gol, è un modello di gioco da rispettare ma nel calcio contemporaneo è davvero poco sostenibile (merito triplo alla Juve quindi che ha comunque vinto un trofeo).

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Mercoledì sera l’Atalanta si è difesa in blocco, a volte con undici undicesimi dietro la linea della palla, eppure i difensori non sono quasi mai entrati nella propria area di rigore, riducendo al massimo il rischio di prendere gol. Schiacciarsi nella propria area di rigore è la cosa più facile da fare, è quasi un atto involontario per difendere un vantaggio. Fare quella che ha fatto l’Atalanta invece viene fuori dal coraggio e da un secondo principio importante, la conoscenza assoluta di questo modello di gioco.

Molti chiedono perché Gasperini ha molte remore nel fare giocare i nuovi arrivati, anche se spesso sono di grande livello tecnico. La risposta è nell’evoluzione di Scamacca. Lo Scamacca di dicembre non è lo Scamacca di oggi e non solo perché ha iniziato a giocare bene e a segnare, ma perché ha compreso quello che Gasp gli chiede (anche se col Bayer ha subito diverse ramanzine perché non teneva su la squadra) e oggi è un giocatore davvero decisivo (chissà cosa accadrà agli Europei con un modello di gioco differente e con Spalletti ancora freddo su di lui dopo la partita contro l’Ucraina e le notti alla play).

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Coraggio, conoscenza e terzo principio fondamentale, l’atletismo. L’Atalanta è una straordinaria squadra di atleti. Se li guardi senza conoscerli potresti scambiarli per quattrocentometristi o giocatori di basket o anche pugili. L’atletismo è la chiave per fare quello che ad esempio ha fatto ieri sera Ederson, calciatore davvero sensazionale. Si parte da tre principi, ma poi Gasp ci mette tanto altro, tanti meccanismi soprattutto difensivi che hanno fatto dell’Atalanta un modello che non riesce a passare di moda. Nel calcio di oggi se sei un allenatore o cambi in continuazione o sei finito, Gian Piero Gasperini riesce a essere se stesso continuando ad evolversi e questa volta finalmente ha vinto.

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