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Nei gol di Calhanoglu e Cuadrado su calcio d’angolo si ripete lo stesso errore: può cambiare tutto

I due gol in fotocopia direttamente da calcio d’angolo di Calhanoglu alla Roma e di Cuadrado al Genoa hanno mostrato la ‘falla’ tattica delle difese di Serie A.
A cura di Alessio Pediglieri
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Due gol direttamente su calcio d'angolo, nella stessa giornata di campionato, a distanza di poche ore. Tutto è accaduto nell'ultimo turno di Serie A, con i colpi da biliardo da parte di Calhanoglu in Roma-Inter e di Cuadrado in Juventus-Genoa. Dalla bandierina la palla è finita in porta, senza trovare o cercare deviazioni amiche in area di rigore, sorprendendo i portieri, Rui Patricio e Sirigu, beffati da una traiettoria inaspettata. Eppure, se a primo impatto il tutto può apparire semplicemente casuale, dietro ai due tiri si nasconde una verità tattica ben precisa che accomuna le due reti e che da ora in avanti potrebbe anche cambiare.

La prima sorpresa di giornata è arrivata sabato dall'Olimpico quando il vantaggio nerazzurro è avvenuto sugli sviluppi di un calcio d'angolo a favore dell'Inter di Inzaghi che sfrutta al meglio l'opportunità. Sulla bandierina va uno specialista Calhanoglu, il turco dai piedi di qualità, e il suo destro a rientrare non lascia scampo a Rui Patricio: c'è precisione, non violenza, la palla vira sul primo palo con il portiere giallorosso sorpreso dalla traiettoria e che si fa uccellare sotto le gambe. La seconda giocata di giornata arriva domenica in Juventus-Genoa, in questo caso in occasione del primo vantaggio bianconero. Altro corner, altro giocatore da cross: Cuadrado. Il tiro questa volta è più potente, sempre a giro a rientrare ed è Sirigu a venire sorpreso: la palla si inarca, supera quel tanto che serve l'estremo rossoblù e si deposita in porta.

Poco varrà che a fine gara lo stesso Cuadrado ammetterà che non c'era intenzione di segnare ma che tutto era nato da un cross sbagliato. Ciò che importa è la premessa da cui nascono in fotocopia queste due reti, figlie di accorgimenti tattici in area di rigore che hanno permesso la realizzazione. Riguardando bene i due episodi, ma non solo, ci si accorge di una evidenza tattica precisa: non c'è alcun giocatore a difendere sul primo palo. A Roma, il più vicino è distante almeno due metri e con la palla a metà traiettoria, i giocatori sono già in proiezione centroarea, lasciando un incredibile spazio aperto verso la propria porta.

Calhanoglu in gol direttamente da corner: a difesa della porta nessun giocatore giallorosso, il "buco" è evidente
Calhanoglu in gol direttamente da corner: a difesa della porta nessun giocatore giallorosso, il "buco" è evidente

Anche a Torino, la situazione è molto simile: il Genoa non sacrifica un uomo sul primo palo a copertura su eventuali deviazioni o cross corti, dedicando l'attenzione a ciò che avviene in area di rigore. Quando calcia Cuadrado dalla bandierina, la palla non trova ostacoli e beffa Sirigu, finendo a rete. Due esempi di come sia mutata la scelta tattica delle squadre in fase difensiva, a predilezione degli uomini di movimento a discapito del classico uomo sul palo. Un espediente che permette a chi difende di poter sfruttare un giocatore aggiunto ma che si presta a questo genere di beffe.

Il corner-gol di Cuadrado in Juventus-Genoa: il primo palo della porta di Sirigu è "scoperto".
Il corner-gol di Cuadrado in Juventus-Genoa: il primo palo della porta di Sirigu è "scoperto".

Il gol di Calhanoglu, rispetto a quello di Cuadrado era ancor più evitabile perché il ‘buco' davanti a Rui Patricio è palese. Il Genoa ha provato a fare densità davanti a Sirigu ma il portiere rossoblù è stato comunque beffato dovendosi preoccupare di coprire un eventuale cross corto, un'uscita in area piccola o un intervento sulla linea: con un uomo sul palo, forse, avrebbe potuto anche evitare la carambola beffarda che ha spalancato poi le porte al facile successo della Juventus.

Al di là dei due episodi di giornata, la scelta di non sacrificare un uomo sul primo palo è tanto evidente da parte di molti allenatori che basta riavvolgere il nastro di altre tre partite per ritrovarsi ancora una volta ad analizzare una azione, a favore dell'Inter, questa volta a San Siro a discapito del Napoli.

Inter-Napoli, Perisic ha appena spizzicato di testa la palla del 2-1 su corner di Calhanoglu: sul primo palo non c'è alcun giocatore del Napoli
Inter-Napoli, Perisic ha appena spizzicato di testa la palla del 2-1 su corner di Calhanoglu: sul primo palo non c'è alcun giocatore del Napoli

La gara è sull'1-1 e a inizio di ripresa accade l'episodio che decide il match aprendo al successo nerazzurro: Calhanoglu (ancora lui) dalla bandierina crossa corto per la testa di Perisic che spizzica sul primo palo, dove non c'è nessun difensore del Napoli. Ospina sarà abilissimo a ribattere lontano ma la tecnologia Gol – Non Gol consegnerà una sacrosanta rete ai nerazzurri che poi vinceranno 3-2.

Una ennesima dimostrazione di quanto un giocatore in quella posizione non può essere definito semplicemente ‘sacrificabile' a livello tattico, bensì essenziale. Soprattutto di fronte a questi casi oramai ripetuti con una certa cadenza ravvicinata, grazie a battitori dalle ottime qualità tecniche. Una riflessione che potrebbe coinvolgere, da qui in avanti, diversi allenatori nel rivedere i temi tattici difensivi e fare tesoro di quanto accaduto: tornando all'antica. Al caro vecchio "uomo sul primo palo".

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