“Mister, io sono a sua disposizione”: così Maradona si presentò al suo primo allenatore in Italia
"Quando si parla di Maradona fa sempre piacere". Così Rino Marchesi risponde quando gli chiedo un suo pensiero su Diego Armando Maradona, a distanza di tre anni dalla sua morte. L'allenatore nato a San Giuliano Milanese è stato il primo tecnico a confrontarsi con il Diez al suo arrivo in Italia: tutti ricordano Bianchi e Bigon, artefici dei due Scudetti azzurri, ma ad accogliere Pelusa nel nostro paese fu l'uomo che due anni prima aveva rischiato di vincere il tricolore con Krol, Musella e Pellegrini.
Marchesi accolse Maradona e mise le basi per i trionfi successivi, con l'arrivo anche di Bagni: dopo un avvio e un girone d’andata non brillante, il Napoli guidato dall'allenatore lombardo e Maradona fu protagonista di un gradissimo girone di ritorno, nel quale subì una sola sconfitta in trasferta col Milan, e chiuse all’ottavo posto in classifica.
A Fanpage.it Rino Marchesi ha raccontato il suo rapporto con Diego e qualche aneddoto dalla trattativa per portarlo a Napoli fino all'incontro nel ritiro dell'Argentina ai Mondiali del 1986.
Lei è stato il primo allenatore di Maradona in Italia: com’è stato il suo rapporto con Diego?
"Abbiamo avuto da subito un bellissimo rapporto, molto importante e di grande correttezza. Avevamo un buon legame perché ci siamo sentiti anche dopo che io andai via da Napoli e negli anni successivi. Il primo giorno di ritiro a Castel del Piano mi disse subito: ‘Mister, io sono a sua completa disposizione’. Diego aveva un cuore grande e l'ho capito fin da subito. Abbiamo continuato a sentirci anche gli anni dopo e ancora adesso mi capita di sentire il suo storico preparatore atletico Signorini".
Lei era conoscenza della trattativa per portare Diego in Italia?
"Io sapevo tutto e con Totò Juliano, che era fisso a Barcellona, tutti i giorni ci sentivamo. Non si sapeva se sarebbe arrivato ma alla fine Ferlaino riuscì a chiudere l’ultimo giorno e ha fatto anche una corsa contro il tempo per arrivare in Lega a depositare il contratto".
In tanti hanno descritto Maradona come poco continuo negli allenamenti: era così anche con lei?
"A differenza di quello che dicono tanti, Diego non smetteva mai di allenarsi ed era uno dei quelli che uscivano sempre per ultimi dal campo. Si divertiva molto in campo e a volte restava con i ragazzi più giovani per insegnargli la tecnica. Una cosa incredibile".
È vero che andò a trovare Maradona nel ritiro dell’Argentina ai Mondiali in Messico del 1986?
“Incontrai Grondona e andammo a salutare Diego in ritiro, che era lì con lo storico massaggiatore del Napoli e con Signorini. Parlammo un po’ del Mondiale e lui era convinto di poter vincere. Fu un bel momento“.
Lei sfiorò lo Scudetto a Napoli e mise le basi per il primo tricolore di qualche anno dopo.
“Quando arrivò Maradona non c’era una squadra alla sua altezza ma inserimmo qualche colonna importante. Gli anni successivi sono arrivati calciatori di altro spessore come Careca, Carnevale, Alemao e così sono arrivate le vittorie”.