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Mircea Lucescu si dimette da allenatore della Dinamo Kiev dopo soli 4 giorni

Mircea Lucescu non sarà l’allenatore della Dinamo Kiev. L’ex tecnico di Brescia e Inter ha annunciato l’intenzione di lasciare la squadra della capitale ucraina solo pochi giorni dopo la firma del contratto sottoscritto con il club per le veementi contestazioni dei tifosi e le critiche delle vecchie glorie della squadra.
A cura di Vito Lamorte
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Mircea Lucescu e la Dinamo Kiev si separano dopo soli quattro giorni. Il tecnico romeno aveva detto sì al club ucraino poche ore fa ma le veementi le contestazioni dei tifosi e le critiche di vecchie glorie della squadra della capitale, restii ad accettare un ex Shakthar Donetsk come loro allenatore, hanno portato alla rottura. Volantini, messaggi intimidatori e vignette che ritraevano la sciarpa biancoblu a forma di cappio da legare alla testa del tecnico romeno hanno spinto Lucescu a dimettersi a meno di una settimana dal suo arrivo a Kiev.

L'ex allenatore di Brescia e Inter ha confessato la sua scelta al quotidiano sportivo romeno Gazeta Sporturilor, che in esclusiva ha raccontato questa fulminea separazione: "Sfortunatamente, ho deciso di rinunciare alla possibile collaborazione con la Dinamo Kiev. Ringrazio la famiglia Surkis per la fiducia accordata, ma è impossibile per me essere in grado di poter lavorare in un'atmosfera di ostilità proveniente soprattutto da quel gruppo di sostenitori Ultras, il cui supporto sarebbe invece necessario alla squadra.  Non sono mai stato un codardo, ho accettato le sfide sportive; prova ne sia il passaggio dal Galatasaray al Beșiktaș o dalla Dinamo Bucarest al Rapid, dove i tifosi vivono una grande rivalità, ma leale. Lì sono stato accolto a braccia aperte e sono riuscito a vincere i titoli in quei Paesi". 

Lucescu, che aveva firmato un contratto per due anni con opzione per il terzo, ha inviato in esclusiva un comunicato a firma propria nel quale ha spiegato i motivi della propria scelta in maniera dettagliata: "Non posso accettare i miei fan che agiscono contro gli interessi del club. Penso che fosse tempo di un cambiamento che avrebbe provocato emulazione, entusiasmo, motivazione e riportato la squadra al livello al quale la tradizione e la storia di questo club danno diritto. Il mio arrivo a Dinamo Kiev non ha nulla a che fare con il valore del contratto, il denaro era la mia ultima preoccupazione. Volevo tornare al calcio, in Ucraina, dove ho provato tante gioie, per rientrare in quell'atmosfera così eccitante che regala il calcio. L'ho fatto con entusiasmo, con piena fiducia nel potenziale dei giovani giocatori ucraini, molti dei quali membri delle squadre nazionali. Volevo una competizione come era anni fa, per dare entusiasmo ai tifosi. L'Ucraina lo merita".

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