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Mircea Lucescu e l’Inter, breve ma intenso: tanti flop, quattro numeri 10, le bizze di Ronaldo

Mircea Lucescu venne chiamato ad allenare l’Inter nel novembre del 1998 ma la sua esperienza in nerazzurro durò 22 partite tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Il tecnico rumeno si dimise per non prendersi tutte le colpe di una stagione fallimentare e pochi anni fa dichiarò: “Dall’Inter sono andato via io. Avevo 10 giocatori in scadenza, Lippi si era dimesso dalla Juventus e tutti dicevano che sarebbe arrivato lui”.
A cura di Vito Lamorte
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C'è stato un periodo in cui fare l'allenatore dell'Inter era uno dei mestieri più difficili del mondo. Non sapevi mai cosa poteva capitarti, sia in caso di vittoria che in caso di sconfitta. La stagione 1998/1999, quella dei "quattro allenatori", è una di quelle annata che i tifosi nerazzurri vorrebbero dimenticare soprattutto perché pochi mesi prima avevano alzato la Coppa Uefa a Parigi e si erano giocati lo Scudetto fino alla fine del campionato contro la Juventus. Massimo Moratti, il presidentissimo della Beneamata, voleva rinforzare la rosa a disposizione di Gigi Simoni per tentare all'assalto definitivo all'agognato e sognato tricolore portando a Milano gente del calibro di Roby Baggio, Pirlo, Ventola e Silvestre ma le cose non andarono come secondo le previsioni: dopo la vittoria nei minuti di recupero contro la Salernitana del 29 novembre 1998 Moratti decise che di mandar via Simoni e di portare sulla panchina nerazzurra Mircea Lucescu.

Il tecnico rumeno, che in Italia si era già seduto sulle panchine di Brescia , Pisa e Reggiana (sempre esonerato), venne chiamato al timone della barca interista ma in 22 partite tra campionato, Coppa Italia e Champions League ha racimolato 7 vittorie, 5 pareggi e 10 sconfitte. Arrivò alle dimissioni dopo la roboante sconfitta per 4-0 in casa della Sampdoria, che tutti ricordano per un bellissimo gol a pallonetto di Ariel Ortega, ma il tecnico capì che l'eliminazione con il Manchester United aveva frantumato l'ultimo legame all'interno del gruppo. In un'intervista di qualche anno fa a Rivista Undici Lucescu raccontò il suo breve periodo a Milano: “Moratti aveva il fascino dei numeri 10, infatti ce n’erano ben quattro in squadra. Farli giocare tutti insieme era impossibile. Lui poi mi ha detto che sono stato l’unico a capire Roberto Baggio e che ero il suo allenatore preferito. L’Inter segnò 25 gol in cinque partite casalinghe, giocavamo un calcio molto offensivo, ma dietro andavamo subito in difficoltà".

La squadra nerazzurra aveva diversi problemi sia a livello di rosa che di gestione e il risultato a fine stagione è emblematico: dopo l'addio del rumeno sulla panchina dell'Inter si accomodarono Castellini e Hodgson ma il campionato terminò con l'ottava posizione in classifica e l'ultima chance  in chiave europea venne buttata all'aria dopo la doppia sconfitta nello spareggio con il Bologna per la Coppa UEFA.

La maglia di West e la lite nello spogliatoio

Dei momenti più ricordati dell'esperienza milanese di Lucescu ci sono il lancio della maglia di Taribo West dopo la sostituzione a Vicenza, era l'esordio in nerazzurro per il tecnico, e i momenti di fuoco in spogliatoio fra argentini e brasiliani di cui parlò anni dopo: "Ricordo una lite, con me in mezzo: intervennero i procuratori…". Lucescu raccontò anche il rapporto complicato con Ronaldo: "Ero sopraffatto dalla personalità di alcuni giocatori. Per esempio, non avrei dovuto accettare quello che faceva Ronaldo: rimaneva sveglio fino a tardi e lo sapevano tutti, ma nessun faceva niente. Aveva una relazione speciale con il presidente, che lo ammirava molto. In Champions League contro il Manchester United, ho tolto Ronaldo per mettere Ventola: voleva giocare ma non si allenava. Così lui è andato diretto negli spogliatoi e poi in aeroporto per andare in Brasile: gli uomini della società mi hanno detto che il presidente glielo permetteva perché aveva la madre malata. Poi durante il Carnevale era tornato ancora a Rio. Era comunque un piacere vederlo giocare, un piacere assoluto".

Per questo e per altri motivi, Mircea Lucescu dopo la debacle di Genova si dimise: "Dall'Inter sono andato via io. Avevo 10 giocatori in scadenza, Lippi si era dimesso dalla Juventus e tutti dicevano che sarebbe arrivato lui". L'allenatore rumeno andò da Massimo Moratti e gli disse: "Presidente, così sembra che la responsabilità sia solo mia. Se vado via, lei potrà valutare anche più serenamente il resto". Non aveva tutti i torti, le cose non cambiarono anche dopo il suo addio.

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