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Miranda spara a zero su Spalletti: “Come uomo è il peggiore. Litigammo, quando ti prende di mira è finita”

Joao Miranda spara a zero su Luciano Spalletti ricordando i suoi anni all’Inter: “Quando ti prende di mira è finita”. Il racconto del brasiliano tra litigi, paura e rapporti tesi.
A cura di Michele Mazzeo
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Joao Miranda, leader della difesa dell'Inter dal 2015 al 2019, ha riaperto un capitolo mai davvero chiuso della sua esperienza in nerazzurro. L'ex centrale brasiliano, intervistato dalla Gazzetta dello Sport alla vigilia della sfida di Champions League tra i meneghini e l'Atletico Madrid (avendo militato in entrambe le compagini), ha usato parole durissime nei confronti di Luciano Spalletti, tecnico che ha guidato l'Inter tra il 2017 e il 2019 e oggi siede sulla panchina della Juventus. Un attacco diretto, che va dritto al punto e stona con il profilo solitamente equilibrato del brasiliano.

Miranda parte dai numeri: con Mancini, De Boer e Pioli era regolarmente titolare, mentre con l'arrivo di Spalletti la sua centralità comincia a sgretolarsi. Per lui non si tratta di una scelta tecnica ma di un clima che definisce pesante, quasi soffocante. "Con Mancini, De Boer e Pioli ero titolare, poi è arrivato Spalletti. Uno che ha imposto la paura" ha infatti detto il classe '84. Una frase che fotografa alla perfezione lo strappo avvenuto nel suo ultimo anno a Milano.

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Il brasiliano riconosce a Spalletti i meriti sportivi, dalla qualificazione in Champions League alla ricostruzione di un gruppo che veniva da anni complicati, ma traccia una linea netta tra il tecnico e la persona. "Come allenatore niente da dire: un vincente. Ha riportato l'Inter in Champions e ha gettato le basi per il futuro, ma come uomo… lasciamo stare. Il peggior allenatore avuto in Italia". Un giudizio durissimo, che colpisce anche per la contrapposizione con gli altri allenatori citati, definiti "gentleman" (nel caso di Mancini) o "non capiti" (parlando di Frank De Boer), mai attaccati sul piano umano.

Il punto di rottura, racconta, è un litigio per "questioni di campo". Un confronto che secondo Miranda Spalletti non avrebbe mai superato. "Litigammo. Non ama chi gli si mette contro e ha opinioni diverse. Dopo quel diverbio, ho iniziato a giocare sempre meno". Da titolare inamovibile a presenza intermittente: "Mi schierava una volta sì e un'altra no. Così è difficile entrare in condizione". Un'accusa forte, soprattutto se letta alla luce della gestione del gruppo che all'epoca fu uno dei nodi più delicati della stagione nerazzurra.

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Nell'intervista c'è spazio anche per il caso Icardi, uno degli episodi più esplosivi dell'era Spalletti. Miranda evita di affondare, ma lascia intendere che la decisione dell'allenatore di togliere la fascia al centravanti non fu solo una questione tecnica: "Cose personali. Lui è così: non credo pensi totalmente alla squadra. Quando ti prende di mira è finita". Una frase che, letta oggi, mentre Spalletti, dopo l'esperienza in Nazionale, è al centro del progetto di una Juventus in cerca di rilancio, assume un peso ancora maggiore.

Tra ricordi, rimpianti e accuse, il ritratto che Miranda dipinge è netto: un tecnico capace, un allenatore che ha riportato l'Inter nel calcio che conta, ma un uomo che non accetterebbe in alcun modo il confronto e che penserebbe prima a sé rispetto al bene della squadra che allena. E le sue parole, oggi, rimbalzano inevitabilmente anche a Torino.

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