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Mihajlovic: “Non sono un eroe. A chi è malato dico siate forti, lottate per vivere”

Come sta Sinisa Mihajlovic? Quali sono le sue condizioni? Lo spiega in conferenza stampa. L’allenatore del Bologna è stato sottoposto a un trapianto di midollo dopo le terapie per guarire dalla leucemia. Fuori programma della squadra, che viene accolta così dal tecnico: “Non dovevate essere in campo? Fanno di tutto per non allenarsi”.
A cura di Vito Lamorte
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Vi voglio ringraziare a tutti per essere qui. L'ultima volta che ci siamo visti era il 13 luglio e pensavo fosse giusto parlare di nuovo con voi per farvi capire quale fosse il mio stato di salute. In questi mesi ho conosciuto tante persone in quell'istituto che mi hanno supportato e sopportato perché nessuno meglio di loro può capire quali siano i problemi, soprattutto psicologici, che ci sono quando si affrontano queste situazioni.

Sinisa Mihajlovic torna a parlare dopo tanti mesi di silenzio. L'allenatore del Bologna è stato sottoposto ad un trapianto di midollo nelle scorse settimane dopo le terapie per cercare di debellare la leucemia che gli era stata diagnosticata lo scorso luglio. Un Mihajlovic visibilmente emozionato ha ringraziato tutto lo staff del Policlinico Sant'Orsola di Bologna per la vicinanza e per la professionalità dimostrata:

Ringrazio tutti, dai dottori che mi hanno assistito fino agli infermieri. Ho trovato degli angeli custodi, mi hanno aiutato anche psicologicamente. Persone fondamentali, senza di loro non arei fatto quello che sto facendo. Li ringrazierò per tutta la mia vita. Mi hanno dato tantissimo affetto e mi dispiace non poterli citare tutti.

Mihajlovic: Ringrazio mia moglie e ai miei figli

L'ex calciatore di Lazio, Roma, Sampdoria ha ripreso la parola dopo le spiegazioni dei medici e si è soffermato sugli affetti più cari:

Voglio ringraziare anche tutti gli altri che mi hanno aiutato in questo periodo. Tutto quello che ho visto negli stadi e nel mondo del calcio mi ha fatto sentire protetto. Mi sono sentito parte di una grande famiglia. Ringrazio i tifosi, delle squadre dove ho giocato e allenato, e non. E soprattutto i tifosi del Bologna, che mi hanno fatto sentire come un fratello, come un figlio. Ringrazio tutta la società. Ringrazio i miei amici più stretti. E un ringraziamento particolare, e il più sentito, va a mia moglie e ai miei figli. Mia moglie è stata tutti i giorni con me. Mi ha dimostrato di nuovo, anche se non ce n'era bisogno, che sono un uomo fortunato ad avere accanto una donna come lei. È l'unica persona che conosco che ha più palle di me. Ti amo. Poi i miei figli. Loro hanno accettato subito, fosse stato possibile, di offrirsi come donatori del midollo. Una enorme dimostrazione di amore verso di me. Ringrazio anche mio fratello e mia madre.

Mihajlovic ha voluto esaminare questo periodo senza tralasciare nulla:

È stato un periodo molto duro per me. In questi momenti il mio più grande desiderio era di prendere una boccata d'aria fresca, ma non potevo farlo. Non mi sono mai sentito un eroe per quello che sto facendo. Sono un uomo, dal carattere forte ma un uomo, con tutta la sua fragilità. E queste malattie non le puoi vincere solo con il coraggio, servono le cure. Voglio dire a tutte le persone malate gravemente che non c'è da aver paura, di piangere e di soffrire. Quello che non devono perdere mai è la voglia di vivere.

"Amo mia moglie. Ha mostrato di avere più palle di me"

L'allenatore dei felsinei si è soffermato sul post sui social della moglie di qualche giorno fa. Le ha confessato pubblicamente di amarla, elogiandone il carattere alla sua maniera ("ha mostrato di avere più palle di me"). Poi ha rilanciato:

Mia moglie sui social aveva recentemente postato una foto con una citazione di Eros Ramazzotti. Io oggi voglio usarne un'altra di Vasco Rossi: Io sono ancora qua'. È una donna straordinaria, ha mostrato di avere più palle di me. Ti amo, Arianna. Non mollerò niente, cercando di essere sempre il più presente possibile, con le dovute cautele. Allenare mi fa sentire vivo.

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Mihajlovic: Sono arrabbiato per i risultati

Non poteva mancare la tirata d'orecchie alla squadra da parte del tecnico serbo:

Io ho lottato ogni giorno in ospedale. Con la squadra ho cercato di essere sempre il più presente possibile. Speravo di vedere in campo un po' di questa forza e di questo sacrificio. Purtroppo questo non è sempre successo. Devo dirvi che sono molto arrabbiato per i risultati, per il gioco, per l'atteggiamento. Ho parlato coi ragazzi: ora si deve dare il duecento per cento. Dobbiamo riprendere la normalità e a fare punti. E chi non lo fa avrà problemi con me. Sono sicuro che usciremo da questo momento e vedremo il Bologna che io voglio vedere, quello dell'anno scorso e quello visto in alcune partite di quest'anno. La partita contro il Parma? Mi ha fatto arrabbiare che la reazione in campo non c'è stata, al di là del pareggio nel finale. Non c'è stato nulla della mia squadra in quei novanta minuti. In questi ultimi due giorni con loro, ho rivisto la mia squadra. Ho parlato a tutti, ora ognuno di noi deve dare il massimo. Non guarderò in faccia a nessuno. Giocherà solo chi lo merita.

Mihajlovic: Non posso andare allo stadio. Spero di esserci con Milan o Atalanta

Sinisa ha parlato di alcune misure precauzionali che dovrà prendere nei prossimi mesi e che si muoverà in macchina perché non può viaggiare con il gruppo:

Per ora posso allenare ma al momento non posso andare allo stadio. In una tra Milan e Atalanta (8 e 15 dicembre, ndr), o entrambe, penso che potrei essere presente. Non posso viaggiare in gruppo. Andrò in macchina su distanze brevi. Sempre vedendo anche cosa dicono gli esami.

Mihajlovic: Ibra? Ci siamo parlati. Prima del 10 dicembre non accadrà nulla

Il tecnico del Bologna ha parlato del rumors che riguarda Zlatan Ibrahimovic come possibile obiettivo del mercato di gennaio ma non si è sbottonato più di tanto:

Ibrahimovic? Ci siamo parlati un mese fa e une decina di giorni fa. Vediamo quello che succede. Lui sicuramente è interessato, se viene, verrebbe per me e l'amicizia che ci lega. Ma ci sono anche altre soluzioni. Prima del 10 dicembre non penso accadrà nulla. Per ora è tutto in stand-by.

Dzemaili: Volevamo essere qui

Subito prima dell'inizio della conferenza è entrata la squadra e il mister subito ha apostrofato i suoi così: "Non dovevate essere in campo? Fanno tutto per non allenarsi". A parlare a nome di tutti è stato il capitano Blerim Dzemaili: "Dire che ci sei mancato è poco, voleva fare questa sorpresa anche se sappiamo che in questo momento non sei contento con noi per l'ultima partita. Volevamo dirti che siamo molto contenti di averti qui". Subito dopo le parole del tecnico i ragazzi della squadra sono andati via e Sinisa li ha ringraziati incalzando: "Ci vediamo dopo". 

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