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Mendilibar mette pressione alla Roma e a Mourinho: “Di solito vince le sue finali”

José Luis Mendilibar ha presentato in conferenza stampa e in un’intervista alla UEFA la finale di Europa League che il suo Siviglia giocherà contro la Roma a Budapest.
A cura di Vito Lamorte
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"Sono grato a Mourinho per quello che dice su di me, della squadra e del club. La storia non vince le finali e nemmeno i complimenti. Loro sono l’avversario più difficile perché sono arrivati ​​in finale. Con loro non abbiamo vantaggi o svantaggi". José Luis Mendilibar, nella conferenza stampa in vista della finale di Europa League contro la Roma, ha rispedito al mittente le parole che aveva usato Mourinho per scaricare la pressione al suo Siviglia.

Il tecnico basco ha parlato del suo percorso fino alla finale: "Quando sono arrivato, il club aveva superato due qualificazioni all’Europa League. La storia c’è e non mente. Il club in questa competizione è stata la squadra migliore. I titoli ci sono. Quando arrivi, anche quando la squadra va male, la gente non si accontenta di salvare la categoria ma te lo dicono: c’è l’Europa, c’è Budapest. Gareggeremo contro un rivale difficile, tanto. Con le nostre armi sono convinto che possiamo vincere".

Mendilibar ha aggiunto: "È solo una partita. La storia o l’esperienza è molto buona, ma è una partita di calcio. Non so cosa pesa di più. È la mia prima finale. I miei giocatori no e nemmeno il mio club, né l’allenatore del rivale. Dovremmo giocare una bella partita, senza errori, perché costano, e giocare come abbiamo dimostrato".

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Il tecnico del Siviglia ha rilasciato un’intervista alla UEFA in cui ha provato portare la pressione tutta sulla Roma e sull’allenatore giallorosso: “Mourinho è molto competitivo e di solito vince le finali a cui partecipa. Noi siamo stati molto bravi fino ad ora nell’eliminazione diretta, dopo essere stati in grado di eliminare i grandi, vediamo se saremo capaci di vincere una partita secca".

Infine, a chi gli ha chiesto se il sul suo futuro è legato alla finale, Mendilibar ha risposto così: "Non credo sia importante per il mio futuro. È come un cronista che sta facendo una cronaca per 90 minuti e deve cambiarla perché alla fine c’è un gol…".

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