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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

Maradona è morto, a Carlos Bilardo spengono la televisione per evitare il forte shock

Carlos Bilardo è l’ex commissario tecnico dell’Argentina campione del mondo in Messico (1986) e vice campione in Italia (1990). Il rapporto con Maradona era speciale, un legame che andava al di là del campo da gioco e rimasto saldo nel tempo. Oggi è gravemente malato. “Per lui era come un figlio, ecco perché gli abbiamo spento la televisione quando si è diffusa la notizia della morte di Diego”, ha spiegato suo fratello, Jorge.
A cura di Maurizio De Santis
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Diego Maradona era il figlio maschio che Carlos non aveva mai avuto. Carlos è Carlos Salvador Bilardo, il commissario tecnico di quell'Argentina che l'ex Pibe rese straordinaria al Mondiale del 1986 e portò a un passo dal titolo di campione a Italia '90. Oggi ha 82 anni ed è gravemente malato per la sindrome di Hakim-Adams, una malattia neuro-degenerativa. Quando s'è diffusa la notizia della morte di Diego l'infermiera che è in casa e si prende cura di lui gli ha spento la televisione spiegandogli che la frequenza era molto disturbata a causa di un cattivo funzionamento dei cavi e dell'antenna. Una bugia a fin di bene per evitare uno shock fortissimo e che il cuore (e i nervi) già debole dell'ex ct subisse sollecitazioni fatali.

"Mio fratello e Maradona erano molto legati. Per Carlos era come un figlio", ha raccontato Jorge a Radio Provincia. E vedere tuo ‘figlio' che in campo inventa il gol del secolo deve essere stata la gioia più bella che Bilardo potesse mai desiderare, per se stesso, per D10s e per il popolo argentino. Insieme hanno condiviso molto più che uno spogliatoio, il loro rapporto andava oltre il mondo del calcio. Entrambi generosi e umili abbastanza da non dimenticare le loro radici, la loro terra, le difficoltà quotidiane di chi deve tirare avanti.

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C'è un aneddoto in particolare che Jorge Bilardo ha molto a cuore e menziona a testimonianza della grande bontà di Maradona che si manifestava in quei gesti silenti, fuori dai riflettori, tra il suo popolo. "Un giorno mi chiamarono e mi chiesero se Diego poteva giocare una partita di beneficenza per raccogliere fondi. Il ricavato sarebbe stato devoluto alla famiglia di un ragazzo che doveva subire un'operazione negli Stati Uniti. Diego ci rispose subito di sì e portò con sé alcuni amici di sempre. C'era tanta gente ma nonostante i soldi raccolti ne occorrevano degli altri. Diego ci disse: tranquilli, verso io quel che manca".

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