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Lo striscione della curva del Torino contro Belotti: “Non ti insultiamo perché non ti fanno giocare”

La curva del Torino e la calda accoglienza per Belotti: tanti cori e uno striscione contro l’ex capitano.
A cura di Ada Cotugno
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Sarà di sicuro una partita speciale per Andrea Belotti che oggi è tornato a Torino per la prima volta da avversario. L'attaccante ha vestito la maglia granata per sette anni, diventando simbolo del club, capitano e idolo di tutta la tifoseria, prima di lasciare la squadra in estate fra l'amarezza di tutto l'ambiente.

José Mourinho ha preferito tenerlo in panchina schierando un tridente atipico con El Shaarawy e Dybala a sostegno di Solbakken, ma durante il riscaldamento lo Stadio Olimpico Grande Torino non ha nascosto i sentimenti di astio verso l'ex giocatore, partito a parametro zero la scorsa estate e ingaggiato dalla Roma.

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Il clima per Belotti è stato da subito incandescente: nonostante qualche timido applauso partito da pochi affezionati presenti allo stadio, la maggioranza del tifo ha fischiato il Gallo al momento della lettura delle formazioni.

Ma non solo, perché durante la partita è apparso anche uno striscione di contestazione verso l'ex giocatore del Torino. "Non ti possiamo insultare perché non ti fanno giocare" le parole esposte dalla Curva Maratona, il cuore caldo del tifo granata, che ha poi intonato cori di disprezzo verso l'ex capitano.

In questo campionato Belotti è stato utilizzato appena 4 volte dalla Roma dal primo minuto, subentrando soltanto per uno spezzone di partita nelle restanti 19 apparizioni. Neanche il calo di rendimento di Tammy Abraham gli ha permesso di prendere quota nelle gerarchie di Mourinho che non lo ha mai considerato come prima alternativa. E i suoi ex tifosi hanno rimarcato proprio questa situazione per stuzzicarlo nella sua seconda partita da ex.

In campo invece l'attaccante ha ritrovato Juric, il suo ex allenatore. Durante il riscaldamento i due sono stati visti chiacchierare a centrocampo per pochi minuti, proprio mentre dagli spalti partivano i fischi indirizzati al giocatore. Un momento molto delicato per lui che sicuramente non si aspettava un ritorno a "casa" tranquillo.

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