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L’Inter ha mollato definitivamente la Superlega: anche Marotta vota la nuova norma federale

Dopo il comunicato molto netto sull’uscita dell’Inter dalla Superlega, adesso arriva un altro segnale inequivocabile sulla volontà del club nerazzurro di non tornare più sui propri passi: anche l’Ad Beppe Marotta, consigliere federale con Lotito in rappresentanza della Lega di Serie A, ha votato la nuova norma della FIGC che impedirà di partecipare alla Serie A a chi vorrà riprovarci in futuro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ieri il presidente dell'UEFA Alexander Ceferin aveva fatto un distinguo pesantissimo tra le diverse posizioni all'interno del gruppo dei 12 club fondatori della Superlega: quelli che devono temere di meno sono i 6 club inglesi che per primi hanno dato la picconata decisiva per sgretolare il progetto, ma sono abbastanza tranquille anche le società che si sono accodate dopo poche ore, abbandonando la neonata competizione senza se e senza ma. Tra queste l'Inter, come da perentorio comunicato diffuso nella mattina di mercoledì: "Confermiamo che il club non fa più parte del progetto Superlega".

Parole come si vede ben diverse da quelle usate da Juventus e Milan, nelle cui note ufficiali manca un'affermazione di questo tipo. Il cambio di posizione a 360° del club nerazzurro è reso ancora più evidente da quanto accaduto oggi nel corso del Consiglio Federale che ha votato all'unanimità la nuova norma che escluderà dai campionati organizzati dalla FIGC – in primis la Serie A – chi in futuro ritenterà la mossa di voler partecipare a tornei organizzati fuori da UEFA o FIFA. In quell'unanimità c'è dentro anche il nome di Beppe Marotta: l'Ad dell'Inter è consigliere federale in quota Lega Serie A assieme a Claudio Lotito ed ha sottoscritto, evidentemente per conto del club della famiglia Zhang, l'introduzione della clausola anti-Superlega nella NOIF.

Adesso c'è da capire come si muoveranno Milan e Juventus, pur sembrando i rossoneri in posizione più defilata rispetto ad Agnelli, come dimostrano le stesse ultime parole di Ceferin, ma anche le scuse pubbliche di Paolo Maldini ai tifosi, con conseguente cerino in mano all'Ad Gazidis ed al fondo Elliott, veri deus ex machina dell'adesione del Milan al fallito progetto.

Quanto a Marotta – del quale parecchi club di Serie A avevano chieste le dimissioni da consigliere federale per il suo essere dirigente apicale di una delle società ‘scissioniste', tramando alle spalle di chi gli aveva dato fiducia per rappresentare gli interessi di tutti all'interno del calcio italiano – il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha ribadito che se non si dimetterà lui, non esiste una norma federale per farlo decadere dalla sua carica.

"Il nostro mondo non conosce l’istituto della sfiducia. Marotta è stato votato ed è consigliere federale, c'è da fare una valutazione di tipo personale in collegamento alla Lega che lo ha votato. Quindi è qualcosa che è nell'ambito della politica dei rapporti con la Lega di A, non è competenza del Consiglio Federale e non se n'è parlato oggi".

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