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L’ex Under 21 dell’Italia Elio Capradossi vola con l’Uganda: segna e può qualificarsi per i Mondiali

L’ex nazionale Under 21 dell’Italia Elio Capradossi, cresciuto nelle giovanili della Roma e poi passato per Bari, Spezia e Cagliari, ora gioca con l’Uganda e ne è un pilastro della difesa: il 29enne è anche andato a segno nel match col Mozambico. La qualificazione ai prossimi Mondiali è un sogno che si può realizzare.
A cura di Paolo Fiorenza
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"Elio, vuoi giocare per l'Uganda?": così un anno e mezzo fa è cominciata l'avventura di Elio Capradossi con la maglia della nazionale africana, un'avventura che a 29 anni lo ha portato a indossarne la fascia di capitano lo scorso 25 marzo contro la Guinea e a inseguire con buone chance la qualificazione ai prossimi Mondiali, lui che tra il 2011 e il 2018 aveva vestito con continuità tutte le casacche delle nazionali giovanili dell'Italia, dall'Under 16 all'Under 21. Elio non ha esitato un attimo e ha risposto sì alla chiamata del CT belga Paul Put, ripagandolo con prestazioni solide al centro della difesa ugandese e ora anche con un gol, segnato di testa nel 4-0 al Mozambico.

La carriera di Elio Capradossi, dalle giovanili della Roma fino all'Universitatea Cluj

Prodotto del settore giovanile della Roma, con cui ha vinto il campionato Primavera nel 2015-2016 come capitano, Capradossi ha avuto una buona carriera in Italia, pur frenato spesso da infortuni (due crociati rotti), giocando con Bari, Spezia, SPAL, Cagliari, Lecco e Cittadella, con esperienze principalmente in Serie B e qualche apparizione in Serie A. Dopo aver lasciato il Cittadella nell'estate del 2024, è andato a giocare per la prima volta all'estero, accettando l'offerta dell'Universitatea Cluj, nella massima serie romena, dove gioca tuttora.

Elio Capradossi con la maglia dell’Universitatea Cluj nel campionato romeno lo scorso luglio
Elio Capradossi con la maglia dell’Universitatea Cluj nel campionato romeno lo scorso luglio

La scelta di Capradossi: giocare per l'Uganda, ora è un pilastro

Capradossi è nato a Kampala, capitale dell'Uganda, da padre italiano e madre congolese. La famiglia si è trasferita in Italia, a Roma, quando lui aveva due anni. Convocabile per diritto di nascita dalla nazionale ugandese non avendo mai giocato nella selezione maggiore dell'Italia, Elio è stato chiamato per la prima volta da Put il 23 maggio 2024, facendo il suo esordio il successivo 7 giugno nel match vinto per 1-0 contro il Botswana, valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2026. Da allora il difensore ha collezionato 9 presenze, diventando un baluardo imprescindibile per l'Uganda: Capradossi ha giocato per tutti i 90 minuti nelle 6 gare di qualificazioni mondiali.

Le ultime tre vittorie contro Guinea, Mozambico e Somalia hanno lanciato la nazionale dell'Africa orientale verso la possibilità di classificarsi tra le migliori quattro seconde dei nove gironi di qualificazioni, dietro l'Algeria che è quasi sicura del primo posto. Con due partite da giocare, il sogno è ancora possibile.

"È emozionante – racconta Capradossi alla ‘Gazzetta dello Sport' – Siamo in corsa per qualcosa di grande, che in questo Paese non avrebbero mai potuto immaginare fino a pochi mesi fa. Ma anche se non dovessimo farcela, vivremmo comunque la fase finale della Coppa d'Africa a dicembre. Il calcio sta crescendo anche quaggiù. I calciatori sono tutti professionisti. Alcuni giocano in Europa, non solo nei campionati minori: c'è anche chi ha raggiunto la Serie B inglese… Il livello è molto più alto di quanto pensassi. Come faccio con la lingua? La lingua ufficiale è l'inglese. Parliamo di una colonia britannica".

Capradossi impegnato con l’Italia Under 21 contro i pari età della Russia nel 2017
Capradossi impegnato con l’Italia Under 21 contro i pari età della Russia nel 2017

"L'Africa è dentro di me, rappresenta le origini di metà della famiglia"

L'ex promessa della Roma, tuttora tifosissimo della squadra giallorossa, spiega perché ha scelto di giocare per i colori dell'Uganda: "Per due motivi. Il primo è che l'Africa è dentro di me, rappresenta le origini di metà della famiglia. Il secondo è l'avventura professionale, che può farmi crescere come uomo. Non ho figli, posso viaggiare liberamente. Certo, è faticoso. Ma ne vale la pena. Ho conosciuto meglio il continente. È elettrizzante, per certi versi. Quando sono a Kampala giro poco per le strade, perché la nazionale resta chiusa nel centro sportivo sotto stretta vigilanza. Ma avverto nitidamente la differenza enorme tra i pochi ricchi e i tanti poveri. Non esiste la classe media, è stata spazzata via. Quando ho segnato ho provato una delle emozioni più intense della mia carriera. Da difensore non ho tante occasioni per festeggiare. Averlo fatto con questa maglia è speciale".

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