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Lautaro Martinez è entrato nelle grazie di Messi: tutto è cambiato dopo un allenamento

Lautaro Martinez si è preso l’Argentina due anni e mezzo fa, quando durante una partita di esibizione con il Venezuela, terminata con una sconfitta, fu l’unica buona notizia. La sua grande intesa in campo con Messi, la cui miccia si accese in quell’occasione, ha cambiato l’inerzia della Selección.
A cura di Antonio Moschella
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21 marzo 2019. Sul nuovissimo prato verde del Wanda Metropolitano di Madrid la nazionale argentina organizza la rifinitura per il match amichevole del giorno dopo contro il Venezuela. La Coppa America è a poco più di due mesi di distanza e si tratta di un test importante per valutare le potenzialità della squadra allenata da Lionel Scaloni, un allenatore a interim alla sua settima partita da prima guida. Ed è nella parte finale dell'allenamento che Lautaro Martinez detta il passaggio filtrante a Lionel Messi, che lo imbecca alla perfezione. Il pallone finisce fuori di pochissimo, ma in quella frazione di secondo si è acceso il fuoco che avrebbe alimentato il motore della nuova Argentina.

La scintilla tra Lautaro e Messi

Il giorno dopo, in un Wanda gremito di tifosi argentini, molti dei quali emigrati da tempo nella capitale spagnola, il Venezuela si dimostra un avversario più ostico del previsto e si impone per 3-1 su Messi e compagni, con il torinese Tomás Rincón da protagonista. A segnare l'unico gol degli argentini è Lautaro, che aveva vissuto la sua prima notte da centravanti titolare in associazione con Messi. Lungamente atteso dai tifosi, l'allora numero 10 del Barcellona tornava in nazionale dopo oltre otto mesi e in seguito alla delusione del mondiale di Russia. Durante il match contro la Vinotinto, tuttavia, la Pulce non riuscì ad esprimersi al meglio a livello personale, ma ci fu un momento nel quale visse un recente déjà-vu proprio insieme all'attaccante dell'Inter. Alla mezz'ora del primo tempo, e sotto per 1-0, Messi lanciò un pallone filtrante alto per Lautaro, il quale incornava di prepotenza e si vedeva negare il gol dal portiere avversario Fariñez. I due si guardarono negli occhi, consapevoli sia di aver ripetuto in modo perfetto la giocata del giorno prima sia del fatto che, nonostante il gol mancato, avevano già sviluppato in un solo momento un'alchimia assoluta. La sconfitta fu dura, con Messi ad abbandonare il campo a testa bassa e uscendo dal Wanda da una porta secondaria per evitare le domande dei giornalisti, ma un vento nuovo iniziava a scorrere nello spogliatoio argentino. E la prestazione di Lautaro aveva spalancato la porta.

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Bomber e totem

Lautaro, che in quell'occasione era alla sua seconda partita da titolare con la maglia della Selección, uscì invece dal campo rinvigorito e conscio del fatto di avere tutte le carte in regola per riuscire a impadronirsi della maglia numero 9 della sua nazionale. Dopo l'addio di Gonzalo Higuain e i frequenti infortuni di Sergio Agüero, i suoi rivali erano Mauro Icardi e Dario Benedetto. La sua mobilità e il suo dinamismo, combinati con un'alta efficacia sotto porta lo rendevano il complemento perfetto per un Messi alla costante ma infruttuosa ricerca di un centravanti che sapesse attaccare la profondità con i tempi giusti. Totalmente diverso dagli altri attaccanti prima menzionati, Lautaro era piaciuto subito a Messi proprio per il suo continuo cercare le spalle dei difensori in allenamento, garantendo un movimento costante che non solo liberava spazi al numero 10 ma permetteva di allungare il baricentro della squadra in modo proficuo. La conferma della sua essenzialità nel gioco dell'Albiceleste arrivò proprio nella successiva Coppa America: dopo il primo match perso per 2-0 contro la Colombia nel quale l'associazione Messi-Agüero, schierato da centravanti titolare, non portò a nulla, il Toro sarebbe diventato il centravanti titolare di un'Argentina che da quel momento in poi ha perso solo una partita delle seguenti 29. Al di là dei gol, l'ultimo dei quali arrivato proprio nella scorsa notte contro il Perù da vero attaccante d'area di rigore, il contributo di Lautaro al gioco della squadra di Scaloni è totale, e non sorprende che il tecnico non faccia praticamente mai a meno di lui.

Alla ricerca di un bomber vero dai tempi di Gabriel Batistuta e Hernan Crespo, l'Argentina sembra aver finalmente smesso di patire la mancanza di concretezza la davanti. E chi si rallegra più di ogni altro dell'esplosione di Lautaro è proprio Messi.

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