L’assurdo paradosso del Chester: ha sede in Inghilterra ma viola le norme anti-Covid del Galles
Situazione paradossale quella in cui si è ritrovata la squadra del Chester FC che milita in National League North (la sesta divisione inglese). La compagine con sede nella cittadina inglese è stata accusata dalla polizia gallese per aver violato i regolamenti anti-Covid dello stato britannico facendo entrare il pubblico allo stadio (circa 2mila persone) nelle due partite di campionato disputate durante il periodo festivo.
Il problema nasce dal fatto la città di Chester è attraversata dal confine che separa l'Inghilterra dal Galles e si è accertato che il parcheggio e la biglietteria dello stadio si trovano sul territorio inglese mentre l'impianto che ospita le tribune e il terreno di gioco si trova invece su suolo gallese. E dal fatto che i due stati del Regno Unito al momento regolamentano in maniera diversa l'accesso degli spettatori allo stadio durante le partite: mentre in Inghilterra non ci sono limiti di partecipazione del pubblico agli eventi, in Galles invece può partecipare alle manifestazioni sportive un numero massimo di 50 persone.
In ragione di ciò le istituzioni gallesi hanno contestato la violazione delle norme anti-Covid al Chester FC intimandogli di attenersi alle disposizioni del Galles per le prossime gare. Il club, insieme ai suoi avvocati e a quelli della federcalcio inglese a cui è associata, stanno cercando di porre rimedio a questa paradossale situazione insistendo sul fatto che la squadra e la città sono inglesi e pertanto soggette a rispettare le regole vigenti in Inghilterra.
In attesa che la questione venga risolta, in vista del prossimo match di campionato casalingo contro il Brackley Town, i tifosi del Chester si trovano in una situazione paradossale in quanto potrebbero acquistare i biglietti e radunarsi nel parcheggio dello stadio per la partita senza infrangere alcuna norma, ma violerebbero le regole anti-Covid del Galles qualora entrassero all'interno dello stadio.