Lamine Yamal e la nuova esultanza ispirata a LeBron James: perché in Spagna fa tanto discutere

Dopo ogni gol segnato, Lamine Yamal era solito celebrare la sua esultanza mostrando il numero 304, richiamando le ultime cifre del codice postale del luogo (Rocafonda, un quartiere della città di Mataró in Catalogna) dove ha trascorso la sua infanzia. Un segno di appartenenza e di ringraziamento per le sue origini che adesso non fa più parte della sua mimica. Il talento del Barcellona e della Spagna ha cambiato il modo di manifestare entusiasmo dopo una rete e il nuovo gesto (un atto di incoronazione) ha fatto molto discutere, alimentando (secondo la versione di alcuni media iberici) la convinzione che il "ragazzo" stia correndo un po' troppo persuaso com'è dalle luci della ribalta e che il successo rischia di dargli alla testa.
L'esultanza di Yamal: s'incorona come LeBron James
Perché tanto clamore per un semplice cenno? L'accostamento a una leggenda del basket e dello sport come LeBron James è interpretato come una forzatura, l'ennesimo eccesso di un calciatore che ha iniziato a far parlare molto di sé (anche) fuori dal campo per il gossip sulla vita privata e sulle feste eccentriche. È alla star globale della NBA che Yamal s'è ispirato, ecco perché davanti alla telecamera sembra mimare l'otto dell'incoronazione ripentendo i movimenti di The King, il re della pallacanestro.
Il ct della Spagna, De la Fuente, lo protegge: "Ha fatto un trucco di magia"
L'argomento è divenuto oggetto di discussione anche in occasione delle partite di qualificazione della Spagna, che ha affrontato Turchia (stritolata per 6-0) e Bulgaria (vittoria per 3-0) sulla strada che porta ai Mondiali 2026. Il commissario tecnico delle Furie Rosse ha preso posizione per proteggere Yamal, fornendo una versione dei fatti completamente differente. "Chi vi ha detto che Lamine si stava incoronando? A me non è sembrato così… Anzi, ho avuto l'impressione che stesse indossano un cappello da mago. Credo che il suo sia stato solo un trucco di magia e nient'altro".

Fatta questa precisazione ironica, De la Fuente ha spostato l'attenzione su un altro aspetto della questione: ovvero, l'approccio eccessivo nei confronti del calciatore quasi a volerne esaltare solo i difetti o comunque glia spetti più superficiali della sua carriera. "In realtà, sarebbe più giusto parlare del fatto che questo ragazzo, a 16 anni, ha debuttato in nazionale e che lavora moltissimo come pochi". A corredo di questa riflessione ha aggiunto anche un esempio tangibile: "Lamine si allena sei ore al giorno, va in palestra, si sottopone ai trattamenti con i fisioterapisti e fa tutto ciò che chiamiamo ‘esercizi invisibili'. E tutto questo, il punto in cui è arrivato, non è dovuto certo a una festa di compleanno, né tantomeno al suo modo di esultare dopo un gol. Quello che conta davvero è l'impegno che ci mette per essere dov'è".