La strana storia di Alfonsi infortunato dal fisioterapista: da un mese ad un anno di stop

Oliver Alfonsi si è fidato della persona sbagliata e ha pagato un prezzo carissimo. L'attaccante svedese del Varbergs BoIS, con un passato anche nelle nazionali giovanili del suo Paese, è finito ko per un infortunio molto particolare. Responsabile di quanto accaduto, il fisioterapista che lo stava seguendo, il quale ha finito per peggiorare e non di poco la sua situazione.
Alfonsi rovinato dal suo fisioterapista da uno stop di un mese ad uno di 12
Alfonsi era uno dei trascinatori della sua squadra nel secondo campionato professionistico svedese, la Superettan. Sette gol in nove giornate per l’esterno destro, che però ha iniziato ad accusare problemi fisici dopo 12 partite. Dolore a un ginocchio per Oliver, che si è sottoposto a una risonanza magnetica temendo conseguenze dell’operazione subita nel 2023, quando aveva rimediato una lesione al legamento crociato.
Fortunatamente nulla di grave in un primo momento: Alfonsi sarebbe dovuto rimanere fermo 4-6 settimane per le conseguenze di un edema nella parte posteriore del legamento crociato anteriore. Da qui in poi, però, le cose hanno preso una brutta piega: il calciatore si è rotto di nuovo il crociato durante una seduta con il fisioterapista.

Aftonbladet riporta il suo racconto: "Doveva essere riabilitazione per 4-6 settimane, così sono andato da un fisioterapista e lì è successo di nuovo. Si trattava di affondi con pesi, saltando da una gamba all’altra. Lì è successo di nuovo. Dopo cinque minuti lui mi ha detto: "Il crociato è a posto". Poi abbiamo fatto i controlli con la risonanza qualche giorno dopo ed era invece rotto".
Cosa è successo allora? Come si è comportato con il fisio: «No… non ho più parlato con lui. Mio padre gli ha mandato qualche messaggio, ma comunque non si può fare niente adesso. Quello che è successo è successo. Certo, si può essere arrabbiati, ma non porta a nulla. Il crociato resta rotto».
La beffa è legata al fatto che Alfonsi ha una fisioterapista di fiducia, ma non ha potuto fare affidamento su di lei perché era fuori: «Ero stato con lei per dodici mesi quando ho fatto la prima riabilitazione dopo l’infortunio al crociato. È davvero bravissima e sarà lei a seguirmi adesso. È la seconda volta che succede, quindi ora non voglio rischiare di tornare troppo presto. Voglio essere il più forte possibile quando rientrerò. So che al nono mese mi prudono già le gambe e avrò tantissima voglia di giocare, ma probabilmente dovrò frenarmi e rispettare i dodici mesi».