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La rivelazione di Onana: “Due anni fa un club italiano non mi ha voluto perché sono nero”

André Onana, portiere dell’Ajax, durante un’intervista alla rivista Onze Mondial ha rilasciato dichiarazioni sconvolgenti in merito ad un retroscena di mercato risalente a due anni fa e ha messo in risalto, nuovamente, il problema del razzismo nel calcio italiano: “Dopo la finale di Europa League hanno detto al mio agente che ‘sarebbe stato complicato’. Sta a noi fare la differenza”.
A cura di Vito Lamorte
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Una squadra italiana non mi ha comprato perché sono nero.

Sono queste le dichiarazioni incredibili che ha rilasciato André Onana, portiere dell'Ajax, in un'intervista alla rivista Onze Mondial. Il 23enne ha raccontato il retroscena di mercato risalente a due anni fa mettendo in luce, nuovamente, il problema del razzismo ma questa volta non dalla parte dei tifosi ma da quella dei quadri dirigenti di una società di Serie A. L'estremo difensore camerunese non ha specificato di quale squadra si trattasse. Ecco le sue parole rilasciata alla rivista specializzata poche ore fa:

C'è qualcosa di cui non si parla tanto. Essere un portiere di colore, africano, ci rende sottovalutati, ci fa vedere in maniera diversa. Sta a noi fare la differenza. Due anni fa, dopo la finale di Europa League, stavo trattando con un club italiano del quale non farò il nome. Parlavamo tranquillamente e il direttore sportivo ha detto al mio agente: ‘Un portiere nero qui è complicato'. Però ero contento. Non mi hanno detto che non ero un buon portiere, hanno detto che non mi volevano perché sono nero, è diverso. È qualcosa che non posso controllare. Sono nero e fiero di esserlo! Nonostante la povertà, l'Africa è il continente più bello del mondo e lo dico forte e chiaro. Ne sono orgoglioso!

Onana: Il razzismo c’è e va affrontato

Il portiere della squadra più titolata di Olanda lancia la sfida ai razzisti ("Il razzismo c’è e va affrontato quasi in tutte le partite fuori casa") e non è disposto a cadere di fronte alle provocazioni dei tifosi: "Non lo faccio perché è quello che vogliono. Loro conoscono solo questo modo per ferirci. Non bado a qualcosa che non posso controllare. L’unica cosa che posso fare è essere me stesso”.

André Onana non ha intenzioni di arretrare di un centimetro, anche se la sua carriera in un certo senso è stata già condizionata per sempre dalla stupidità dei razzisti da stadio. Nel decennio che è appena finito sui campi di calcio abbiamo visto di tutto e questo è un altro episodio grave che si aggiunge a quell'atteggiamento che sta invadendo la nostra società che si chiama "razzismo".

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