La Nuova Zelanda insorge prima dei Mondiali Femminili: due nazionali hanno oltraggiato l’haka

La Haka della discordia. Quella messa in scena dalle giocatrici dei Spagna e Olanda durante gli allenamenti ha scatenato un terremoto di polemiche perché in Nuova Zelanda, sede dei prossimi Mondiali di calcio femminili, hanno interpretato la cosa come una palese mancanza di rispetto della tradizione Maori, un affronto difficilmente perdonabile per aver sbeffeggiato la cultura di un popolo.
A rendere più sgradevole l'episodio da parte del Paese ospitante è stato anche un altro dettaglio: oltre alla leggerezza e alla superficialità usate nell'esecuzione della danza tradizionale, interpretata a mo' di spettacolino, anche una frase del tipo "abbiamo già preso confidenza col territorio". E quell'eccesso di confidenza non è piaciuto affatto ai neozelandesi che alla vista di un'altra clip quasi hanno trasecolato. Questa volta la protagonista è una calciatrice olandese che scimmiotta il rituale della Haka, l'effetto è dirompente.

La Fifa non preso ufficialmente posizione né è intervenuta sull'accaduto. L'ha definito "una questione di squadra", qualcosa di campo, e per questo ha deciso di astenersi da ogni commento. Ma se le istituzioni calcistiche hanno scelto il basso profilo e la linea del silenzio, in Rete è scoppiata la bufera. La maggior parte degli utenti che hanno visualizzato quelle immagini erano convinti della stessa cosa: "Spagnoli e olandesi dovrebbero anzitutto scusarsi per quanto fatto e poi studiare la cultura di un popolo che ti accoglie a braccia aperte e poi viene deriso in questo modo".
La media dei commenti ha avuto un comune denominatore: la rabbia e l'indignazione nei confronti delle nazionali europee. Si passa da "disgustosi, pagliacci, idioti" ad altri accenti che tirano in ballo forze occulte e la legge del karma che "funziona in modi misteriosi… sono sicuro che accadrà qualcosa per aver mancato di rispetto alla cultura maori".
Non solo reazioni di pancia. L'imitazione della Haka è stata censurata anche da docenti universitari, tra cui Jeremy Hapeta dell'Ateneo di Otago. "Hanno calpestato un aspetto della cultura Maori. Siamo stufi di giustificare un certo atteggiamento con l'ignoranza… ma quanto accaduto non mi sorprende perché non stati i primi a fare una cosa del genere. Si spera che almeno per questo torneo non ci sia nessun altro ad avere un atteggiamento di questo tipo".