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La nuova Champions League è una truffa: l’UEFA ha rubato un format depositato e registrato nel 2006

Un clamoroso retroscena si celerebbe dietro all’innovativo formato che ha rivoluzionato la Champions League (e le altre coppe europee) con la Fase a Girone Unico: l’idea sarebbe un plagio su un progetto regolarmente depositato e registrato (con tanto di avvallo FIFA) del 2006 da parte di un’altra società. Che ora ha fatto causa per un risarcimento da oltre 20 milioni di euro.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Fase a Girone unico, o a Campionato, che tanto è stata rilanciata negli ultimi anni dall'UEFA per il neo format della Champions League varato con enorme successo nella stagione 2024-2025, sarebbe semplicemente una truffa, figlia di un clamoroso plagio. Aleksandr Ceferin lo avrebbe prelevato da un'idea e un progetto risalenti già nel 2006 e regolarmente depositati e registrati come Proprietà Intellettuale e – oltretutto – già riconosciuta dalla FIFA, visto che è stata ripetutamente utilizzato in diverse competizioni sudamericane, in Perù e in Cile. A rivelare il tutto è stata la Match Vision, società di consulenza sportiva, fondata dal consulente e matematico sportivo Leandro Shara, specializzata nello sviluppo di formati innovativi per competizioni calcistiche. Che ha denunciato l'UEFA di truffa, aprendo ad una causa lehale oggi al vaglio del TAS di Losanna.

Le accuse all'UEFA: un'idea depositata e registrata nel 2006 da Match Vision

Un vecchio adagio ripeteva "nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma". E così la frase tanto cara al chimico francese Antoine-Laurent Lavoisier rimbomba di questi tempi forte e chiara attorno al calcio europeo con l'UEFA invischiata in un affare dai contorni torbidi e velenosi riguardante il neo format della Champions League, studiato e voluto da Ceferin e dai suoi strateghi. Che non avrebbero inventato nulla, ma soltanto trasformando un'idea altrui. O almeno così è stato fatto passare perché stando a quanto emerge dalle dichiarazioni di Leandro Shara – CEO della Match Vision – la paternità della nuova formula "ibrida" tra fase a campionato e scontri ad eliminazione diretta è tutta sua. Sin dal 2006.

Il progetto "ibrido" su cui si poggia il neo format Champions e di cui Match Vision pretende la paternità
Il progetto "ibrido" su cui si poggia il neo format Champions e di cui Match Vision pretende la paternità

Il nuovo format della Champions è un plagio del "Pots System" già riconosciuto dalla FIFA

La controversia, salita alla ribalta in questi giorni e che porterebbe ad un contenzioso giuridico con l'UEFA, ruota attorno al nuovo formato, introdotto nelle tre coppe europee (Champions, Europa e Conference League) dalla scorsa stagione. Chiamato "modello svizzero", dove si è andati a sostituire la tradizionale fase a gironi con 32 squadre divise in otto gruppi con una lega unica da 36 squadre, non sarebbe però un prodotto originale in seno all'UEFA. Leandro Shara ha affermato di aver ideato lui per primo, questo sistema ibrido e di averlo registrato come proprietà intellettuale in Cile nel 2006, sotto il nome di "Leandro Shara System" o "Pots System". Non solo: la FIFA avrebbe riconosciuto il modello di Shara come IP – ovvero Proprietà Intellettuale –  di Match Vision tanto che il sistema è stato già usato in competizioni in Cile e Perù.

La relazione di Match Vision: format proposto (e bocciato) a Ceferin e Theodoridis

Ora l'accusa diretta all'UEFA di truffa per aver plagiato senza alcuna autorizzazione, il format accelerandone l'adozione su pressioni della European Super League (ESL),che aveva di fatto ignorato le presentazioni precedenti di Match Vision. Il racconto rivelato da Shara è ricco di particolari: dopo aver depositato e registrato il format nel 2006, avrebbe presentato l'idea alla UEFA in almeno una dozzina di occasioni, fornendo studi di caso, documenti e discutendolo in conferenze sportive. Afferma di averlo condiviso con alti dirigenti, inclusi il presidente Aleksander Ceferin e il segretario generale Theodore Theodoridis.

Il documento ufficiale che attesta il deposito e la registrazione nel 2006 come Proprietà Intellettuale
Il documento ufficiale che attesta il deposito e la registrazione nel 2006 come Proprietà Intellettuale

La diffida ufficiale di Match Vision e la risposta dell'UEFA: "Altro tentativo tra i tanti"

Non avendo riscontri, Sasha va oltre: alla vigilia del sorteggio del debutto della nuova Champions League 2024-25, Shara invia una diffida alla UEFA, richiedendo il riconoscimento pubblico dell'autorialità e un accordo commerciale, minacciando azioni legali. L'UEFA ha ulteriormente ignorato il tutto e così Match Vision ha depositato la causa formale ad aprile 2024, fino alle recenti nuove accuse di fronte alle quali l'UEFA non ha ancora risposto ufficialmente, anche se in precedenza aveva provato a liquidare la questione come "un'altra semplice voce in una lista di tentativi simili".

La causa da oltre 20 milioni di euro al vaglio del Tribunale Arbitrale di Losanna

L'obiettivo di Match Vision ovviamente, è quello di ottenere giustizia anche a fronte di una richiesta di risarcimento danni enorme, che ammonta a oltre 20 milioni di euro per Match Vision, più altri 200.000 euro per danno morale a Leandro Shara (per danno morale). La causa al momento è invia di svolgimento, passando dal Tribunale di Madrid dov'è stata depositata al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) a Losanna, Svizzera, per competenza internazionale.

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