La Norvegia donerà a Gaza l’incasso della partita con Israele e gli israeliani la prendono male

La Norvegia devolverà tutto l'incasso della partita contro Israele a un'associazione umanitaria che opera nella Striscia di Gaza. La federazione ha preso una posizione forte su un tema sensibile che interessa anche l'Italia, inserita nello stesso girone di qualificazione ai Mondiali e messa nel mirino per la partita contro la nazionale israeliana che si giocherà a Udine. Per tanti la miglior decisione sarebbe quella di boicottarla e ci sono richieste ufficiali per non giocare la gara. I norvegesi scenderanno in campo il prossimo 11 ottobre alle ore 18:00 e hanno già annunciato di non voler restare indifferenti davanti a questa situazione.
Nella nota ufficiale in cui ha comunicato le modalità di vendita dei biglietti, la federazione ha aggiunto che destinerà i proventi a un’organizzazione umanitaria attiva a Gaza, il cui nome verrà reso noto a breve. Una scelta che ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato ha irritato Israele, dall’altro ha aperto un dibattito anche in Italia dove la partita contro gli israeliani è già al centro di discussioni accese non soltanto nel dibattito sportivo.

La Norvegia devolverà i profitti a un'associazione che opera a Gaza
La presidentessa della federazione norvegese, l'ex calciatrice Lise Klaveness, si è esposta personalmente sulla questione spiegando l'iniziativa: "Né noi né altre organizzazioni possiamo rimanere indifferenti alle sofferenze umanitarie e agli attacchi sproporzionati a cui la popolazione civile di Gaza è sottoposta da tempo. Israele fa parte delle competizioni FIFA e UEFA e dobbiamo far fronte a questa situazione. Ma vogliamo devolvere i profitti a un'organizzazione umanitaria che salva vite umane a Gaza ogni giorno e che contribuisce attivamente con aiuti di emergenza sul campo". Dunque tutti i proventi della partita tra Norvegia e Israele verranno dati in beneficenza a un'associazione umanitaria che opera nel territorio palestinese per dare un aiuto concreto alla popolazione.
È la prima volta che una situazione simile accade in occasione di una partita tra due nazionali, per giunta un incontro ufficiale valido per le qualificazioni ai prossimi Mondiali. Un gesto che potrebbe avere una risonanza importantissima anche in Italia dove ormai da settimane si parla della partita contro Israele del 14 ottobre allo Stadio Friuli (l'andata si giocherà l'8 settembre in campo neutro in Ungheria): al calcio viene chiesto di dare un segnale forte e chiaro e la mossa della Norvegia potrebbe scatenare una reazione a catena fra tutte le federazioni europee.
La risposta di Israele e la frecciatina politica
La scelta della Norvegia non è piaciuta agli avversari, che sulle colonne del Telegraph hanno replicato duramente: "Sarebbe bello se parte dell'importo fosse destinato a cercare di ottenere una condanna da parte della Federazione calcistica norvegese per il massacro del 7 ottobre, costato la vita a centinaia di cittadini e bambini israeliani, o un'azione a favore del rilascio di 50 ostaggi. E per favore, assicuratevi che il denaro non venga trasferito a organizzazioni terroristiche o alla caccia alle balene". Un commento che non solo critica l’iniziativa ma la condanna apertamente, insinuando il sospetto che i fondi possano arrivare a realtà considerate "terroristiche". Il riferimento alla caccia alle balene, pratica contestata a livello internazionale e che coinvolge la Norvegia, si aggiunge come frecciata politica a un gesto che per Israele è inaccettabile e carico di ambiguità.