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La Lazio condanna i cori antisemiti, identificato il tifoso con la maglia Hitlerson: “Ignoranti”

Durissima la posizione ufficiale della Lazio contro i cori antisemti intonati da parte della sua tifoseria domenica nel corso del derby di Roma.
A cura di Vito Lamorte
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Il derby di Roma è stato teatro di cori antisemiti e razzisti. Diverse volte dalla Curva Nord, cuore del tifo biancoceleste, è partito il coro che si era già sentito in altre occasioni in questa stagione: "In sinagoga vai a pregare e ti farò sempre scappare, romanista vaff…, romanista vaff…". In merito a questi episodi il Giudice Sportivo ha predisposto un supplemento di indagine e ‘deciderà entro e non oltre il 4 aprile 2023' per individuare i responsabili e degli ispiratori per prevenire il ripetersi di queste manifestazioni.

Non è la prima volta che da un settore di stadio occupato dagli ultrà biancocelesti vengono intonati questi tipi di cori antisemiti: si era verificato anche in altre gare, come quelli sentiti anche durante la trasferta di Napoli quando i laziali cantarono "so' laziale e so razzista" e "Siamo le camicie brune, c'hai er padre deportato e tu madre è Anna Frank. Romanista sei un rabbino, pane azzimo e agnellino, e festeggi l'Hanukkà".

Intanto la Digos di Roma ha individuato tre tifosi della Lazio responsabili di comportamenti antisemiti durante il derby di domenica contro la Roma: sarebbero stati identificati due cittadini albanesi e un romano, secondo quanto riportato da quotidiano La Repubblica, e tra loro dovrebbe esserci anche l’uomo che ha indossato la maglia inneggiante a Hitler (‘Hitleerson 88‘). Le indagini sono state portate avanti grazie alla collaborazione della Lazio, che ha lavorato su tutte le immagini delle telecamere presenti allo stadio.

Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello: "Una curva intera che canta cori antisemiti, un “tifoso” in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?".

Intanto il club biancoceleste, con una nota ufficiale, ha condannato pubblicamente l'accaduto e ha preso le distanze: “La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti".

La Lazio ha proseguito il suo intervento in maniera molto dura: "L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti. Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche”.

Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha esternato la sua disapprovazione per quanto accaduto con un tweet: "Impossibile far finta di nulla. Farò la mia parte, come sento il dovere di fare. Il Rispetto è dovuto e non è negoziabile !

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