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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

La Juventus ha cambiato a penna una fattura del Marsiglia: volevano “nascondere” uno scambio

Tra le plusvalenze della Juventus che hanno portato alla penalizzazione di 15 punti, lo scambio con il Marsiglia nel quale Tongya e Aké sono stati valutati 8 milioni a testa.
A cura di Benedetto Giardina
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Ben oltre le plusvalenze. Dalle carte che hanno portato alla penalizzazione della Juventus, emerge anche una fattura modificata a penna. È quella riguardante l’operazione con i francesi dell’Olympique Marsiglia, che nel gennaio 2021 hanno prelevato dai bianconeri Franco Tongya, valutato 8 milioni di euro. Contestualmente, dalla Francia è arrivato a Torino un altro giovane, Marley Aké, valutato pure 8 milioni di euro. Uno degli scambi finiti sotto la lente della Procura della Repubblica nell’ambito dell’indagine Prisma e che, di riflesso, ha aperto il procedimento in sede sportiva per il quale la Juventus si ritrova a scontare 15 punti di penalizzazione in Serie A. Ma in questo caso, non c’è solo un problema contabile ad inchiodare il club bianconero.

Lo scambio tra Juventus e Olympique Marsiglia

Dalle motivazioni rese note dalla Corte d’appello federale, risultano interventi «manipolatori delle fatture» che unite alle intercettazioni e alla documentazione acquisita dalla Procura federale, «costituiscono un quadro fattuale che assorbe ogni altra considerazione». L’intervento in questione è, appunto, su una fattura emessa dall’Olympique Marsiglia per quello che è stato a tutti gli effetti uno scambio tra calciatori, col quale la Juventus ha prodotto una plusvalenza da 7,791 milioni di euro, come messo a bilancio nel 2021. «L’operazione – si legge nelle motivazioni – apparentemente costruita con contratti indipendenti, è in realtà un vero e proprio scambio e viene così qualificato dalle mail interne: “scambiamo Tongya con Akè, entrambi trasferimenti definitivi identici” . E alla richiesta se “dobbiamo condizionarli l’uno all’altro?” la risposta è “li abbiamo condizionati l’uno all’altro”».

Markey Aké, finito alla Juventus nello scambio con il Marsiglia
Markey Aké, finito alla Juventus nello scambio con il Marsiglia

La fattura "corretta" dell'Olympique Marsiglia

Lo stesso Olympique Marsiglia precisa che «si tratta di una operazione incrociata e integralmente compensata», ma la Corte federale d’appello pone l’attenzione sulla fattura emessa dal club francese, con destinatario la Juventus. Nella fattura, la causale “compensazione” «viene materialmente corretta a penna e “barrata” in ogni dove e riscritta dalla FC Juventus S.p.A. e rispedita al mittente chiedendo di modificarla».

Questo, stando a quanto si legge nelle motivazioni della sentenza sportiva, «per evitare che potesse essere compreso all’esterno che l’operazione era effettivamente di mero scambio (cioè permuta) e non certo composta da atti indipendenti». Sono gli stesse dirigenti juventini a dire espressamente di «evitare di evidenziare la compensazione» perché «la natura dell’operazione non doveva emergere dai documenti ufficiali riguardanti la fatturazione».

La fattura del Marsiglia corretta a penna dalla Juventus
La fattura del Marsiglia corretta a penna dalla Juventus

L’Olympique Marsiglia, da parte sua, pone «una iniziale resistenza […] nel recepire le correzioni inserite a penna dalla FC Juventus S.p.A.» e successivamente chiede «che sia mantenuta la dicitura “compensazione” nella fatturazione da essa inviata». Secondo la Corte d’appello federale, la Juventus «era perfettamente edotta del rischio di dover applicare lo IAS38, paragrafo 45», ovvero lo standard internazionale seguito dal club bianconero, a differenza delle altre società italiane.

Nella versione iniziale della fattura emessa dall’Olympique Marsiglia, la causale era la seguente: «Pagamento per compensazione con fattura da ricevere dalla Juventus FC in applicazione dell’accordo di trasferimento definitivo del giocatore Franco Tongya». Venivano inoltre indicate tre tranche di pagamento: una nel 2021 da 2,5 milioni, una da 3 milioni per il 2022 e un’altra da 2,5 milioni per il 2023. Tutte e tre le voci sono di «compensazione» e sono state cassate di netto, a penna. Un’operazione «di nascondimento» che per la Corte federale d’appello è servita «per non far emergere la natura permutativa» dell’affare.

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