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Mondiali in Qatar 2022

La FIFA chiude il caso Byron Castillo: Ecuador ai Mondiali 2022, non ci sarà nessun ripescaggio

La FIFA ha chiuso il caso Byron Castillo con un comunicato ufficiale: l’Ecuador sarà presente alla Coppa del Mondo in Qatar, respinti i ricorsi di Cile e Perù. La decisione è impugnabile al TAS di Losanna.
A cura di Vito Lamorte
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La Camera d'appello della FIFA ha emesso il suo verdetto in relazione ai ricorsi presentati dal Cile e dal Perù in merito al caso di Byron Castillo sancendo che il giocatore è ecuadoriano e non vi sono irregolarità nella sua documentazione. In questo modo non ci sono più rischi per la presenza dell'Ecuador ai Mondiali del 2022 mentre per le due selezioni, quella cilena e quella peruviana, che hanno tentato in tutti i modi di provare l'irregolarità del tesseramento del calciatore si sono esaurite le possibilità di essere presenti in Qatar a fine anno.

Questa la nota ufficiale: "La Commissione di Appello, esaminate le argomentazioni di tutte le parti e previa udienza, ha confermato la decisione della Commissione Disciplinare di archiviare il procedimento avviato nei confronti della FEF. Ritenendo, tra l'altro, che sulla base degli atti presentati il ​​calciatore fosse da ritenersi titolare della cittadinanza ecuadoriana permanente ai sensi dell'art. 5 par. 1 del Regolamento FIFA che disciplina l'applicazione degli statuti. Le risultanze della decisione adottata dalla Commissione di Appello sono state comunicate in data odierna agli interessati".

Nelle scorse ore il calciatore del León de México era stato convocato da Gustavo Alfaro per la doppia amichevole che la nazionale ecuadoriana giocherà in Europa tra pochi giorni: la Tri affronterà l'Arabia Saudita in Spagna venerdì 23 settembre e quattro giorni dopo contro il Giappone in Germania.

La questione sollevata dalle selezioni di Cile e Perù si basava sulla possibilità che il calciatore in questione, Byron David Castillo Segura, fosse nato nel distretto colombiano di Tumaco (Nariño) il 25 luglio 1995 e non nella città ecuadoriana del generale Villamil Playas il 10 novembre 1998.

Nei giorni scorsi erano emerse nuove prove, con documenti cartacei e un audio, che avrebbero dovuto testimoniare che Byron Castillo è nato in Colombia e, di conseguenza, confermare che aveva giocato con un passaporto falso ma la rivelazione fatta dal tabloid inglese Daily Mail non ha portato a nessuna sorpresa nel giudizio finale della Commissione.

Una prima indagine da parte della Commissione disciplinare della FIFA non aveva portato a nessun tipo di sanzione e il ricorso presentato dal Cile era stato già respinto in prima istanza. Oggi è arrivata la seconda pronuncia. C'è un altro grado di giudizio e la decisione può essere impugnata davanti al TAS di Losanna ma non è chiaro se Cile e Perù andranno avanti nella loro battaglia.

Il presidente della federazione ecuadoriana, Francisco Egas, ha pubblicato la sentenza sui social e ha voluto mandare un messaggio chiaro: "In silenzio, continuiamo a difendere ciò che abbiamo vinto in campo!". Dopo mesi passati nell'incertezza, ora l'Ecuador può tirare un sospiro di sollievo e focalizzare sull'avventura mondiale.

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