La Federazione tedesca multata per evasione fiscale: il caso è legato all’organizzazione dei Mondiali 2006

Il tribunale di Francoforte ha condannato la Federazione calcistica tedesca (DFB) a pagare una multa di 100.000 euro per evasione fiscale in un caso legato all'organizzazione della Coppa del Mondo del 2006. Una vicenda che va avanti dallo scorso anno e che ha trovato finalmente una chiusura.
I procuratori hanno accusato la DFB di evasione fiscale per un valore di 2,7 milioni di euro e hanno chiesto una multa di 270.000 euro, mentre la difesa ha respinto le accuse: la sentenza conclude un caso iniziato nel 2024, riguardante il pagamento di 6,7 milioni di euro alla FIFA nell'aprile 2005.

La Federazione tedesca multata per evasione fiscale: cosa è successo
La somma incriminata era stata depositata su un conto intestato all'ex presidente dell'Adidas, Robert Louis-Dreyfus, e corrisponde a 10 milioni di franchi svizzeri che il presidente del comitato organizzatore della Coppa del mondo, Franz Beckenbauer, aveva ricevuto in prestito dall'ex dirigente per effettuare il pagamento alla FIFA.
Il tribunale ha stabilito che il denaro è stato utilizzato per corrompere funzionari FIFA non propriamente ‘limpidi', guidati da Mohamed bin Haman. Il denaro ha compiuto un giro internazionale passando per uno studio legale svizzero prima di finire nelle mani di una società qatariota di proprietà di bin Hammam, allora membro influente del Comitato Esecutivo FIFA, ma la destinazione finale di questa complessa operazione finanziaria resta avvolta nel mistero.
La DFB avrebbe contabilizzato il rimborso del prestito come un contributo a una serata inaugurale del Mondiale mai realizzata: l'importo è stato poi mascherato come spesa aziendale nell'anno successivo, una mossa che è apparsa ancora più nebulosa.
Le accuse contro gli allora dirigenti della DFB furono archiviate in cambio di multe. L'ex presidente Wolfgang Niersbach pagò 25.000 euro, l'ex presidente Theo Zwanziger 10.000 euro e l'ex tesoriere Wolfgang Schmidt 65.000 euro. Tuttavia, tutti e tre hanno negato con fermezza qualsiasi illecito personale e, dopo il pagamento delle multe, hanno visto cadere le accuse, uscendo dalla vicenda con la reputazione intaccata ma non compromessa.